LUMEN GENTIUM 24 e commento CCC
Il ministero episcopale
24a I vescovi,
quali successori degli apostoli, ricevono dal Signore, cui è data ogni potestà
in cielo e in terra, la missione d'insegnare a tutte le genti e di predicare il
Vangelo ad ogni creatura, affinché tutti gli uomini, per mezzo della fede, del
battesimo e dell'osservanza dei comandamenti, ottengano la salvezza (cfr. Mt
28,18-20; Mc 16,15-16; At 26,17 ss). Per compiere questa missione, Cristo
Signore promise agli apostoli lo Spirito Santo e il giorno di Pentecoste lo
mandò dal cielo, perché con la sua forza essi gli fossero testimoni fino alla
estremità della terra, davanti alle nazioni e ai popoli e ai re (cfr. At 1,8;
2,1 ss; 9,15). L'ufficio poi che il Signore affidò ai pastori del suo popolo, è
un vero servizio, che nella sacra Scrittura è chiamato significativamente «
diaconia », cioè ministero (cfr. At 1,17 e 25; 21,19; Rm 11,13; 1 Tm 1,12).
(CCC 1551) Questo sacerdozio è ministeriale. “Questo ufficio che il Signore ha affidato ai pastori
del suo popolo è un vero servizio”
[Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium,
24]. Esso è interamente riferito a Cristo e agli uomini. Dipende interamente da
Cristo e dal suo unico sacerdozio ed è stato istituito in favore degli uomini e
della comunità della Chiesa. Il sacramento dell'Ordine comunica “una potestà
sacra”, che è precisamente quella di Cristo. L'esercizio di tale autorità deve
dunque misurarsi sul modello di Cristo, che per amore si è fatto l'ultimo e il
servo di tutti [Mc 10,43-45; 1Pt 5,3 ]. “Il Signore ha esplicitamente detto che
la sollecitudine per il suo gregge era una prova di amore verso di lui” [San
Giovanni Crisostomo, De sacerdotio,
2, 4: PG 48, 635; cf. Gv 21,15-17].