LUMEN GENTIUM 30 e commento CCC
I laici nella Chiesa
30b I sacri
pastori, infatti, sanno benissimo quanto i laici contribuiscano al bene di
tutta la Chiesa. Sanno di non essere stati istituiti da Cristo per assumersi da
soli tutto il peso della missione salvifica della Chiesa verso il mondo, ma che
il loro eccelso ufficio consiste nel comprendere la loro missione di pastori
nei confronti dei fedeli e nel riconoscere i ministeri e i carismi propri a
questi, in maniera tale che tutti concordemente cooperino, nella loro misura, al
bene comune. Bisogna infatti che tutti « mediante la pratica di una carità
sincera, cresciamo in ogni modo verso colui che è il capo, Cristo; da lui tutto
il corpo, ben connesso e solidamente collegato, attraverso tutte le giunture di
comunicazione, secondo l'attività proporzionata a ciascun membro, opera il suo
accrescimento e si va edificando nella carità» (Ef 4,15-16).
(CCC 873) Le differenze
stesse che il Signore ha voluto stabilire fra le membra del suo Corpo sono in
funzione della sua unità e della sua missione. Infatti “c'è nella Chiesa
diversità di ministeri, ma unità di missione. Gli Apostoli e i loro successori
hanno avuto da Cristo l'ufficio di insegnare, santificare, reggere in suo nome
e con la sua autorità. Ma i laici, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale,
profetico e regale di Cristo, nella missione di tutto il popolo di Dio
assolvono compiti propri nella Chiesa e nel mondo” [Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam actuositatem, 2]. Infine dai
ministri sacri e dai laici “provengono fedeli i quali, con la professione dei
consigli evangelici […], in modo speciale sono consacrati a Dio e danno
incremento alla missione salvifica della Chiesa” [CIC canone 207, § 2].