LUMEN GENTIUM 33 e commento CCC
L'apostolato dei laici
33d Grava quindi
su tutti i laici il glorioso peso di lavorare, perché il disegno divino di
salvezza raggiunga ogni giorno più tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutta
la terra. Sia perciò loro aperta qualunque via affinché, secondo le loro forze
e le necessità dei tempi, anch'essi attivamente partecipino all'opera salvifica
della Chiesa.
(CCC 907) “In rapporto alla
scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e
anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero
su ciò che riguarda il bene della Chiesa e di renderlo noto agli altri fedeli,
salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i
Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona”
[CIC canone 212 § 3]. (CCC 913) “Così ogni laico, in ragione degli stessi
doni ricevuti, è un testimone e insieme uno strumento vivo della missione della
Chiesa stessa "secondo la misura del dono di Cristo" (Ef 4,7)” [Conc.
Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 33].