LUMEN GENTIUM 37 e commento CCC
I laici e la gerarchia
37b I laici, come
tutti i fedeli, con cristiana obbedienza prontamente abbraccino ciò che i
pastori, quali rappresentanti di Cristo, stabiliscono in nome del loro magistero
e della loro autorità nella Chiesa, seguendo in ciò l'esempio di Cristo, il
quale con la sua obbedienza fino alla morte ha aperto a tutti gli uomini la via
beata della libertà dei figli di Dio. Né tralascino di raccomandare a Dio con
le preghiere i loro superiori, affinché, dovendo questi vegliare sopra le
nostre anime come persone che ne dovranno rendere conto, lo facciano con gioia
e non gemendo (cfr. Eb 13,17).
(CCC 1141) L'assemblea che celebra è la comunità dei
battezzati i quali, “per la rigenerazione e l'unzione dello Spirito Santo,
vengono consacrati a formare una dimora spirituale e un sacerdozio santo, e
poter così offrire in un sacrificio spirituale tutte le attività umane del
cristiano” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 10]. Il “sacerdozio
comune” è quello di Cristo, unico Sacerdote, partecipato da tutte le sue membra
[Lumen gentium, 10; 34; Presbyterorum ordinis, 2]: “La Madre
Chiesa desidera ardentemente che tutti i fedeli vengano guidati a quella piena,
consapevole e attiva partecipazione delle celebrazioni liturgiche, che è
richiesta dalla natura stessa della liturgia e alla quale il popolo cristiano,
“stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato” (1Pt 2,9.4-5), ha diritto e
dovere in forza del Battesimo [Sacrosanctum
concilium, 14].