DEI VERBUM 5 e Commento CCC
Accogliere la Rivelazione con fede
(DV 5a) A Dio che rivela è dovuta « l'obbedienza della
fede» (Rm 16,26; cfr. Rm 1,5; 2 Cor 10,5-6), con la quale l'uomo gli si
abbandona tutt'intero e liberamente prestandogli « il pieno ossequio
dell'intelletto e della volontà » (4) e assentendo volontariamente alla
Rivelazione che egli fa.
Note: (4)
CONC. VAT. I, Cost. dogm. sulla fede cattolica Dei Filius, cap. 3: Dz
1789 (3008) [Collantes 1.067]
(CCC
158) “La fede cerca
di comprendere” [Sant'Anselmo d'Aosta, Proslogion,
Prooemium]: è caratteristico della fede che il credente desideri conoscere
meglio colui nel quale ha posto la sua fede, e comprendere meglio ciò che egli
ha rivelato; una conoscenza più penetrante richiederà a sua volta una fede più
grande, sempre più ardente d'amore. La grazia della fede apre “gli occhi della
mente” (Ef 1,18) per una intelligenza viva dei contenuti della Rivelazione,
cioè dell'insieme del disegno di Dio e dei misteri della fede, dell'intima
connessione che li lega tra loro e con Cristo, centro del mistero rivelato.
Ora, “affinché l'intelligenza della Rivelazione diventi sempre più profonda, lo
[…] Spirito Santo perfeziona continuamente la fede per mezzo dei suoi doni”
[Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 5].
Così, secondo il detto di sant'Agostino, “Credi per comprendere: comprendi per
credere” [Sant'Agostino, Sermo, 43,
7, 9: PL 38, 258]. (CCC 142) Con la sua rivelazione, “Dio invisibile
nel suo immenso amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi
per invitarli ed ammetterli alla comunione con sé” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 2]. La risposta adeguata a
questo invito è la fede. (CCC 143) Con la fede l'uomo sottomette pienamente
a Dio la propria intelligenza e la propria volontà. Con tutto il suo essere
l'uomo dà il proprio assenso a Dio rivelatore [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 5]. La Sacra Scrittura
chiama “obbedienza della fede” questa risposta dell'uomo a Dio che rivela [Rm
1,5; 16,26].