DEI VERBUM 25 e Commento CCC
Si raccomanda la lettura della sacra Scrittura
(DV 25a) Perciò è
necessario che tutti i chierici, principalmente i sacerdoti e quanti, come i
diaconi o i catechisti, attendono legittimamente al ministero della parola,
conservino un contatto continuo con le Scritture mediante una lettura
spirituale assidua e uno studio accurato, affinché non diventi « un vano
predicatore della parola di Dio all'esterno colui che non l'ascolta dentro di
sé» (38), mentre deve partecipare ai fedeli a lui affidati le sovrabbondanti
ricchezze della parola divina, specialmente nella sacra liturgia. Parimenti il
santo Concilio esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli, soprattutto i
religiosi, ad apprendere « la sublime scienza di Gesù Cristo » (Fil 3,8) con la
frequente lettura delle divine Scritture. « L'ignoranza delle Scritture, infatti,
è ignoranza di Cristo » (39). Si accostino essi volentieri al sacro testo, sia
per mezzo della sacra liturgia, che è impregnata di parole divine, sia mediante
la pia lettura, sia per mezzo delle iniziative adatte a tale scopo e di altri
sussidi, che con l'approvazione e a cura dei pastori della Chiesa, lodevolmente
oggi si diffondono ovunque. Si ricordino però che la lettura della sacra
Scrittura dev'essere accompagnata dalla preghiera, affinché si stabilisca il
dialogo tra Dio e l'uomo; poiché «quando preghiamo, parliamo con lui; lui
ascoltiamo, quando leggiamo gli oracoli divini » (40).
Note: (38) S.
AGOSTINO, Serm. 179, 1: PL 38, 966. (39) S. GIROLAMO, Comm. in Is.,
Prol.: PL 24, 17. - Cf. BENEDETTO XV, Encicl.
Spiritus Paraclitus: EB 475-480. PIO XII, Encicl. Divino afflante: EB 544. (40) S.
AMBROGIO, De officiis ministrorum, I, 20, 88: PL 16, 50.
(CCC 1437) La lettura della Sacra Scrittura, la preghiera
della liturgia delle Ore e del Padre Nostro, ogni atto sincero di culto o di pietà
ravviva in noi lo spirito di conversione e di penitenza e contribuisce al
perdono dei nostri peccati. (CCC 2653) La Chiesa
“esorta con forza e insistenza tutti i fedeli […] ad apprendere "la
sublime scienza di Gesù Cristo" (Fil 3,8) con la frequente lettura delle
divine Scritture […]. Però la lettura della Sacra Scrittura dev'essere
accompagnata dalla preghiera, affinché possa svolgersi il colloquio tra Dio e
l'uomo; poiché "gli parliamo quando preghiamo e lo ascoltiamo quando
leggiamo gli oracoli divini"” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 25; Sant'Ambrogio, De
officiis ministrorum, 1, 88: PL 16, 50]. (CCC 2654) I Padri della vita
spirituale, parafrasando Mt 7,7, così riassumono le disposizioni del cuore
nutrito dalla Parola di Dio nella preghiera: “Cercate leggendo e troverete
meditando; bussate pregando e vi sarà aperto dalla contemplazione” [Guigo il
Certosino, Scala claustralium, 2, 2:
PL 184, 476]. (CCC 1100) La Parola
di Dio. Lo Spirito Santo ricorda in primo luogo all'assemblea liturgica il
senso dell'evento della salvezza dando vita alla Parola di Dio che viene
annunziata per essere accolta e vissuta: “Massima è l'importanza della Sacra
Scrittura nel celebrare la liturgia. Da essa infatti vengono tratte le letture
da spiegare nell'omelia e i salmi da cantare; del suo afflato e del suo spirito
sono permeate le preci, le orazioni e gli inni liturgici, e da essa prendono
significato le azioni e i segni” [Conc. Ecum. Vat.
II, Sacrosanctum concilium,
24].