Commento CCC a Youcat Domanda n. 98 Parte III
YOUCAT Domanda n. 98. Parte III - Dio voleva la morte del suo Figlio unigenito?
(Risposta Youcat ripetizione) Alla morte violenta di Gesù
non si giunse per via di tragiche circostanze esteriori. Gesù venne «consegnato
a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio» (At 2, 23).
Perché noi figli del peccato e della morte avessimo la vita, il Padre celeste
«fece peccato in nostro favore colui che non aveva conosciuto peccato» (2 Cor
5, 21). La grandezza del sacrificio che Dio Padre richiedeva al proprio Figlio
corrispondeva alla grandezza della passione di Cristo: «Che cosa dirò? "Padre,
salvami da quest'ora?". Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora» (Gv
12, 27). Da entrambe le parti si tratta di amore che si mostrò nell'estremo
della croce.
Riflessione e approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 620) La nostra salvezza proviene
dall'iniziativa d'amore di Dio per noi poiché “è lui che ha amato noi e ha
mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv
4,10). “È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo” (2 Cor
5,19). (CCC 602b) Inviando il suo proprio Figlio
nella condizione di servo [Fil 2,7], quella di una umanità decaduta e votata
alla morte a causa del peccato [Rm 8,3], “colui che non aveva conosciuto
peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo
diventare per mezzo di lui giustizia di Dio” (2Cor 5,21).
Per meditare
(Commento Youcat) Per
salvarci dalla morte Dio si cimentò in una missione pericolosa e instillò la
«medicina dell'immortalità» Ignazio di Antiochia) nel nostro mondo condannato
alla morte - ossia il suo Figlio Gesù Cristo. Padre e Figlio erano in questa
missione legati indissolubilmente, pronti ad affrontare la morte per amore e in
favore degli uomini. Dio volle compiere uno scambio per salvarci per sempre.
Egli voleva darci la sua vita eterna perché noi gustassimo la sua gioia e
voleva soffrire la nostra condizione mortale, la nostra disperazione, la nostra
solitudine, La nostra morte, per condividere ogni cosa con noi, per amarci fino
alla fine e anche oltre. La morte di Cristo è volere del Padre, ma non è la sua
ultima parola. Dal momento in cui Cristo è morto per noi, possiamo scambiare la
nostra morte con la sua vita.
(Commento CCC)
(CCC 603) Gesù non ha conosciuto la riprovazione come se egli stesso avesse
peccato [Gv 8,46]. Ma nell'amore redentore che sempre lo univa al Padre [Gv
8,29], egli ci ha assunto nella nostra separazione da Dio a causa del peccato
al punto da poter dire a nome nostro sulla croce: “Mio Dio, mio Dio, perché mi
hai abbandonato?” (Mc 15,34; Sal 22,1). Avendolo reso così solidale con noi
peccatori, “Dio non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti
noi” (Rm 8,32) affinché noi fossimo “riconciliati con lui per mezzo della morte
del Figlio suo” (Rm 5,10). (Continua)