Commento CCC a YouCat Domanda n. 270
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YOUCAT Domanda n. 270 - Parte I. Come si pone la Chiesa di fronte ai divorziati risposati?
(Risposta
Youcat) Li accoglie con amore sulla base dell'esempio di Gesù;
ma chi divorzia dopo un matrimonio religioso e comincia una nuova relazione
mentre il coniuge è ancora vivo, si pone in contraddizione con la chiara
richiesta di Gesù dell'indissolubilità del matrimonio, che la Chiesa non può
abolire. La revoca della promessa di fedeltà contraddice anche l'Eucaristia, in
cui la Chiesa celebra appunto il carattere irrevocabile dell'amore di Dio. Per
questo non è ammesso alla Comunione chi viva in una tale situazione di contraddizione
con il sacramento.
Riflessione
e approfondimenti
(Commento
CCC) (CCC 1665) Il nuovo matrimonio dei divorziati, mentre è ancora vivo il
coniuge legittimo, contravviene al disegno e alla Legge di Dio insegnati da
Cristo. Costoro non sono separati dalla Chiesa, ma non possono accedere alla
Comunione eucaristica. Vivranno la loro vita cristiana particolarmente educando
i loro figli nella fede.
Per meditare
(Commento
Youcat) Ben lungi dal considerare si mi Li tutti i casi, il papa
Benedetto XVI parla di questa come di una «situazione dolorosa» e chiede a
coloro che esercitano la cura delle anime di «discernere fra le differenti
situazioni, per aiutare in maniera adatta il fedele interessato» (Sacramentum
caritatis, 29).
(Commento
CCC) (CCC 2384) Il divorzio è una grave offesa alla legge naturale. Esso pretende di
sciogliere il patto liberamente stipulato dagli sposi, di vivere l'uno con
l'altro fino alla morte. Il divorzio offende l'Alleanza della salvezza, di cui
il Matrimonio sacramentale è segno. Il fatto di contrarre un nuovo vincolo
nuziale, anche se riconosciuto dalla legge civile, accresce la gravità della
rottura: il coniuge risposato si trova in tal caso in una condizione di
adulterio pubblico e permanente: “Se il marito, dopo essersi separato dalla
propria moglie, si unisce ad un'altra donna, è lui stesso adultero, perché fa
commettere un adulterio a tale donna; e la donna che abita con lui è adultera,
perché ha attirato a sé il marito di un'altra” [San Basilio Magno, Moralia, regula 73: PG 31, 852].