2ª Domenica d’Avvento anno A: Un germoglio spunterà dal tronco di Jesse



2ª Domenica d’Avvento anno A: Un germoglio spunterà dal tronco di Jesse     


In questa seconda domenica l’orazione iniziale introduce lo spirito dell’Avvento con queste parole: “Dio dei viventi, suscita in noi il desiderio di una vera conversione, perché rinnovati dal tuo Santo Spirito sappiamo attuare in ogni rapporto umano la giustizia, la mitezza e la pace, che l’incarnazione del tuo Verbo ha fatto germogliare sulla nostra terra”.

Ascoltiamo la Parola di Dio      


 (Isaia 11, 1-10): “1Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici.2Su di lui si oserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore.3Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire;4ma giudicherà con giustizia i miserie prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca ,con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio.5La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi.6Il lupo dimorerà insieme con l'agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà.7La mucca e l'orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. 8Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso.9Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare.10In quel giorno avverrà che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa”.

(Rm 15, 4-9)4Tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. 5E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull'esempio di Cristo Gesù, 6perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Il Vangelo è per tutti: Giudei e pagani7Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. 8Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; 9le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto: Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome. 

(Mt 3, 1-12) scrive: “1In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».3Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore ,raddrizzate i suoi sentieri!4E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. 5Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.7Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? 8Fate dunque un frutto degno della conversione, 9e non crediate di poter dire dentro di voi: «Abbiamo Abramo per padre!». Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile»”.

Meditiamo con lo Spirito Santo       


Nel vangelo di questa II Domenica di Avvento, in quello della prossima domenica e quelli delle messe feriali, in particolare del 19, 21, 23 e 24 dicembre, domina la figura di Giovanni Battista, descritta negli eventi riguardanti la sua nascita e in quelli della sua missione. Il Battesimo del Signore da parte del Battista concluderà poi il ciclo del Natale. Sono molti i fatti che pongono in risalto il Profeta e Precursore. Origene, gran maestro ed eminente teologo del III secolo, mostrò la presenza del mistero negli eventi precedenti la venuta di Gesù (Omelie su Luca, IV, 6). 
Mistero è il sussulto di gioia di Giovanni che, ancora nel grembo materno, percepì la presenza del Figlio di Dio nel grembo di Maria. Mistero è l’annuncio senz’indugi, nel deserto e presso il Giordano, del Signore  che nessuno ancora conosceva, in mezzo a noi. Mistero è l’annuncio instancabile a tutti di Colui che sarebbe venuto dopo di lui, e che è più grande di lui. 
Mistero è il battesimo del Figlio di Dio nel Giordano, in cui fu testimone dei cieli che si aprivano, dello Spirito Santo che discendeva su Gesù in forma visibile e della voce del Padre che dal cielo proclamava Gesù, suo Figlio prediletto. È il mistero della grande Epifania Trinitaria
A sua volta Gesù interpreta l’uccisione di Giovanni come segno di doversi avviare risolutamente verso Gerusalemme, incontro alla sua passione dolorosa e umiliante e alla sua crudele morte in croce. Per tutto ciò, Giovanni, ultimo profeta in ordine di tempo, è il primo e il maggiore, come immediato precursore dell’Agnello di Dio in mezzo a noi, e nell’aver versato il proprio sangue per lui. 
Ricevuto il battesimo da Giovanni, il Verbo divino fatto carne cominciò ad attuare e diffondere la sua salvezza, preannunziata nei secoli dai profeti. Il Figlio di Dio incarnatosi in Palestina nella pienezza dei tempi, oggi e sempre continua la sua presenza in tutte le generazioni umane, per salvare quanti credono in lui. Giovanni, quindi, nell’Avvento attuale, cammina davanti al Signore per prepararci a riconoscere e ad accogliere il Verbo fatto carne che viene in noi e fra noi. 
Giovanni Battista ci ripete che l’Agnello di Dio che  viene fra noi, va accolto nella fede, il pentimento e la conversione. Da secoli, alle Lodi del mattino, la Chiesa innalza a Dio il cantico di Zaccaria, sacerdote e padre di Giovanni Battista, che alla nascita del figlio profetò: “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati” (Lc 1, 76-77). 
Tutta la Chiesa, nell’Avvento, ripete costantemente al popolo cristiano l’invito di Giovanni: credere, pentirsi, convertirsi. Sono gli atti essenziali che devono preparare ogni venuta del Signore. Nelle Domeniche d’Avvento IIª e IIIª risuonano anche le voci profetiche che riecheggiarono nel popolo di Dio lungo i secoli. 
Ai suoi discepoli,Gesù disse del Battista: “Se lo volete accettare, egli è quell’Elia che deve venire” (Mt 11, 14). Insieme alle parole del Battista risuonano anche quelle di profeti come Isaia, Baruc, Sofonia che sono come un’eco della voce di Giovanni, che prepara la strada al Signore, sia per la venuta gioiosa del Figlio dell’Uomo nella festa del Natale, che per la sua venuta gloriosa nella maestà dell’ultimo giorno. 
La Gerusalemme proclamata dal profeta Baruc indica sia la Chiesa del Signore che l’anima di ogni credente. Per entrambe l’invito è: “Deponi Gerusalemme la veste del lutto e dell’afflizione, rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre”. Altrettanto gioioso e incoraggiante è l’invito a prepararci alla conversione: “Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio, metti sul tuo capo il diadema di gloria dell’Eterno”. 
Gesù, infatti, non viene per abbattere nessun albero, né bruciare col fuoco eterno. Il fuoco che ha portato sulla terra è l’amore inesauribile suo, del Padre e lo Spirito Santo, che arde incessantemente di misericordia, di pietà e di perdono, per donarci la salvezza, la vita eterna e la risurrezione.          

Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa    


La liturgia di questa domenica c’invita a chiedere al Padre la grazia che i nostri impegni quotidiani nel mondo non ostacolino il nostro cammino verso il suo Figlio, e che la sua Sapienza ci guidi alla comunione con lui, nostro Salvatore: “O Dio, grande e misericordioso, fa’ che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio, ma la sapienza che viene dal cielo ci guidi alla comunione con il Cristo nostro Salvatore”.

All’Offertorio riconosciamo che, mentre i doni del Signore sono sempre abbondanti e generosi, quelli nostri sono sempre umili e poveri. Chiediamo, perciò, al Padre di colmare, con la sua infinita misericordia l’estrema povertà delle nostre offerte e preghiere: “Ti siano gradite, Signore, le nostre umili offerte e preghiere: all’estrema povertà dei nostri meriti supplisca l’aiuto della tua misericordia.

Grati per il dono eucaristico, da Dio invochiamo il dono del discernimento spirituale, per saper sempre distinguere in modo giusto i veri beni del cielo: “O Dio, che ci hai nutriti con il pane della vita, insegnaci con questo sacramento a valutare con sapienza i beni della terra, nella continua ricerca dei beni del cielo.  
Gualberto Gismondi ofm

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