Seconda Domenica Tempo Ordinario A: Ho visto e testimoniato che questi è il Figlio di Dio



Seconda Domenica Tempo Ordinario A: Ho visto e testimoniato che questi è il Figlio di Dio


Questa seconda domenica del tempo ordinario completa la manifestazione del Figlio di Dio iniziata nelle feste dell’Epifania e del suo Battesimo. Nel suo Vangelo, l’evangelista Giovanni narra la testimonianza di Giovanni Battista che Gesù è veramente il Figlio di Dio e che, battezzando Gesù, udì la voce del Padre proclamarlo tale e vide lo Spirito Santo scendere e fermarsi su di Lui.

Ascoltiamo la Parola di Dio 


Is 49, 3.5-6: “3Il Signore mi ha detto: "Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria". 5Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele - poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza - 6e ha detto: "È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra".

1Co 1, 1-3: “1Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, 2alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: 3grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!”

Gv 1, 29-34: Inquel tempo" 29Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: "Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: "Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me". 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele". 32Giovanni testimoniò dicendo: "Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo". 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio".

Meditiamo con lo Spirito Santo


In questa domenica la Liturgia presenta la vita e la missione di Gesù, venuto ad evangelizzare l’umanità per  mostrare a tutti noi il cammino della nostra salvezza. Durante l’Avvento, il profeta Isaia ci guidò incontro a Cristo. Ora ci spiega, con crescente profondità, chi sia veramente Egli e che cosa viene a fare fra noi. 
Gesù Cristo è il “Servo di Dio” e la “Luce delle nazioni” preannunciati dai profeti. Il termine “Servo” sottolinea che egli attua, in tutto e fino in fondo, la volontà del Padre. È per questo che costituisce il modello dei caratteri messianici come: l’umiltà, la mansuetudine e la mitezza. 
Il termine “Luce” sottolinea che egli illumina con la luce del suo amore divino, della sua bontà, della sua verità, della sua misericordia e della sua salvezza, tutti i popoli, le nazioni e le genti della terra. Non a caso le Scritture attestano che Dio è luce e che in lui non vi sono tenebre. Il “Credo” che ogni domenica recitiamo dopo il Vangelo dice espressamente che Dio è: “luce da luce”: luce piena e totale. 
Per queste ragioni anche noi siamo chiamati a vivere come figli della luce (Lc 16, 8), ossia irradiare nel mondo la luce del Signore. L’Apostolo Paolo ci esorta a rivestirci delle “armi della luce” (Rm 13, 12): fede, speranza e opere buone. Oggi, nella prima lettera ai Corinzi, ci ricorda la nostra vocazione alla santità e la reale opera con la quale il Padre ci ha santificato nel suo Figlio Cristo Gesù. Dobbiamo, quindi, camminare nella luce (Gv 3, 21; Ef 5, 8;1Gv 1,7). 
Vi è un’altra immagine particolarmente suggestiva nel Vangelo, da meditare bene, che ha una lunga  storia  spirituale nell’Antico Testamento: quella dell’agnello. Il sangue dell’agnello dell’antica pasqua liberò il popolo di Dio dalla schiavitù della terra d’Egitto, per condurlo alla libertà della Terra Promessa e farne la nazione santa, libera, portatrice dei doni e delle promesse divine. Nel Nuovo Testamento l’Agnello di Dio libera tutta l’umanità dalla schiavitù del peccato e della morte, conducendola alla terra promessa della Gerusalemme Celeste, a vivere la risurrezione e la vita eterna. In essa, con tutti i giusti, contempleremo l’Agnello vittorioso e glorioso, seduto sul trono, alla destra del Padre, come Signore dei Signori e Dominatore dei dominanti, dal quale saremo resi beati e glorificati per tutta l’eternità.   

Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa 


Con le orazioni della liturgia invitiamo il Padre ad ascoltare le nostre preghiere, a darci la pace e a rendere tutta la nostra vita un lieto annuncio del Vangelo: “O Dio onnipotente ed eterno , che governi il cielo e la terra, ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo e dona ai nostri giorni la tua pace”. “O Padre, che in Cristo, agnello pasquale e luce delle genti, chiami tutte le genti a formare il popolo della nuova alleanza, conferma in noi la grazia del battesimo con la forza del tuo Spirito, perché tutta la nostra vita proclami il lieto annunzio del Vangelo”.

Le preghiere sui doni ci invitano a chiedere al Signore di partecipare degnamente a ogni memoriale della Passione del suo Figlio, nei quali si compie l’opera della nostra redenzione: “Concedi a noi tuoi fedeli, Signore, di partecipare degnamente ai santi misteri perché, ogni volta che celebriamo questo memoriale del sacrificio del tuo Figlio, si compie l’opera della nostra redenzione”. 
L’orazione finale chiede al Padre che lo Spirito del suo amore e l’unico pane di vita ricevuto facciano di tutti noi un cuore solo e un’anima sola. “Infondi in noi, o Padre, lo Spirito del tuo amore, perché nutriti con l’unico pane di vita formiamo un cuor solo e un’anima sola”. 

Gualberto Gismondi ofm

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