Ottava Domenica Tempo Ordinario A: Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia.
Ottava Domenica Tempo Ordinario A: Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia.
L’antifona alla
comunione c’introduce alla riflessione su questa domenica: “Ecco io sono con voi tutti i giorni, sino
alla fine del mondo, dice il Signore” (Mt 28, 20). “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi
sarà dato in aggiunta” (Mt 6, 33). L’invito è a vivere con gioia e fiducia i nostri impegni
quotidiani. Il Signore ci aiuterà sempre come sa fare lui: con grande amore, potenza
divina e sollecitudine paterna.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Is 49, 14-15: “14Sion ha detto: "Il
Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato". 15Si
dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il
figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti
dimenticherò mai”.
1Cor
4,1-5: “1Fratelli,
ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. 2Ora,
ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele. 3A
me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano;
anzi, io non giudico neppure me stesso, 4perché, anche se non sono
consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è
il Signore! 5Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo,
fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e
manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode”.
Mt, 6, 24-34: “In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli
24 “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà
l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete
servire Dio e la ricchezza. 25Perciò io vi dico: non preoccupatevi
per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo,
di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più
del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non
mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non
valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi,
può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito,
perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano
e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la
sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così
l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, non farà molto di
più per voi, gente di poca fede? 31Non preoccupatevi dunque dicendo:
"Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?" 32Di
tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa
che ne avete bisogno. 33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e
la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non
preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso.
A ciascun giorno basta la sua pena”.
Meditiamo con lo Spirito Santo
Il Signore ci ha dato il comandamento dell’amore totale, ossia di amare
come lui ama. Egli, però sa quanto ciò sia difficile per noi. Per questo non ci
abbandona mai, ma ci assiste continuamente perché possiamo attuarlo. Isaia,
per darci un’idea della continua vicinanza e del massimo amore del Signore per
noi, ricorre all’esempio della madre e del figlio. Fa tuttavia una precisazione
importante. Una madre terrena potrebbe anche dimenticarsene, ma ciò è assolutamente
impossibile a Dio.
Già nell’Antico
Testamento il Signore, servendosi degli esempi più belli della nostra vita
umana, ci ha rivelato che, per noi, Egli è padre, madre e sposo. Per descrivere
questo suo amore è necessario servirsi degli esempi più belli che si possano
immaginare. Nel Vangelo, Gesù ci svela che questo amore è il fondamento segreto
della serenità e della pace del cuore, che ci permette di non preoccuparci dei
beni terreni, né delle ricchezze materiali. La nostra pace e sicurezza hanno
basi molto salde: l’amore, la provvidenza, la sollecitudine del Padre celeste,
che nulla e nessuno possono eguagliare.
Tutti i paragoni indicati da Gesù confermano
questa verità. Il Padre nutre con abbondanza di cibo e bevanda tutti gli uccelli del cielo. Veste splendidamente i
fiorellini dei campi. Nessuna eleganza o sontuosità umana può eguagliarne la
bellezza e l’eleganza. Preoccuparsi di cibi e vesti, quindi, è da pagani o di
quanti non credono, non conoscono o non riconoscono l’amore immenso, gratuito e
generoso del Padre celeste verso tutte le sue creature. Quanto più, quindi,
amerà noi suoi figli. Il suo amore non si limita a questo, perché s’interessa a
fondo di farci capire quello che conta veramente e di cui non dobbiamo mai
cessare di occuparci assiduamente: il Regno
dei cieli.
Ma che cosa è questo Regno che sta così a cuore al Signore?
Gesù ce lo dice in tutti i suoi insegnamenti con termini diversi: Regno dei cieli, Regno di Dio, Regno del
Signore, indicando sempre la stessa realtà. Il suo Nuovo Regno è fondato dalle persone divine. In esso, i poveri sono beati; la pace è principio di convivenza;
i puri di cuore sono esaltati; quanti piangono sono consolati; quanti lottano
per la giustizia sono onorati; i peccatori sono perdonati e riscattati; tutti
sono fratelli.
Gesù ha promesso che a quanti si occupano e preoccupano del
suo Regno, tutto il resto è dato in generosa aggiunta, in sovrappiù, perché il Padre celeste sa tutto ciò di cui
abbiamo bisogno e ce lo procura più di una madre piena di tenerezza e di
premure. Forte di ciò, quindi, ogni cristiano può essere sempre tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio alla madre
(Sal 130-131, 2).
Sulle nostre vite
umane veglia incessantemente il nostro Padre amoroso, Creatore onnipotente e sollecito.
I beni terreni e le ricchezze materiali cessano, si esauriscono, vengono meno,
soffrono furti e rapine, non danno fiducia né sicurezza. Al contrario, l’amore,
bontà, provvidenza e vicinanza del Padre celeste, non si esauriscono mai, non
vengono mai meno.
Del Signore è la Terra
e quanto contiene. Non angustiamoci, perciò, del domani. Viviamo con gioia e fiducia
i nostri impegni quotidiani. Per quanto ci diamo da fare e ci affatichiamo, badiamo
sempre a noi stessi da uomini limitati, fragili, deboli e imperfetti. Il
Signore, invece, provvede sempre da par suo, pieno di amore, di potenza divina,
di sollecitudine paterna. Se ci affidiamo totalmente a Lui non farà molto di
più di tutti noi? Non è il nostro Padre celeste, che sa e fa, molto più e meglio
di noi, tutto ciò di cui abbiamo veramente bisogno?
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
Perché gli
eventi nel mondo si svolgano secondo la volontà divina, chiediamo al Signore la forza del suo Spirito perché non
ci lasciamo dominare da fatiche, preoccupazioni, avidità ed egoismo, ma
c’impegniamo con fiducia per la giustizia del suo Regno: “Concedi, Signore, che il corso degli eventi nel mondo si svolga secondo
la tua volontà nella giustizia e nella pace e la tua Chiesa si dedichi con
serena fiducia al tuo servizio”.
“Padre
santo, che vedi e provvedi a tutte le creature, sostienici con la forza del tuo
Spirito, perché in mezzo alle fatiche e alle preoccupazioni di ogni giorno non
ci lasciamo dominare dall’avidità e dall’egoismo, ma operiamo con piena fiducia
per la libertà e la giustizia del tuo Regno”.
Le nostre offerte e doni ci ottengano il premio della gioia
eterna: “O Dio, da te provengono questi
doni e tu li accetti in segno del nostro servizio sacerdotale, fa’ che
l’offerta che ascrivi a nostro merito ci ottenga il premio della gioia eterna.
Preghiamo perché il pane eucaristico ci ottenga la perfetta
comunione col Padre nella vita eterna: “Padre
misericordioso, il pane eucaristico che ci fa tuoi commensali in questo mondo
ci ottenga la perfetta comunione con te nella vita eterna.
Gualberto Gismondi ofm