A 17ª DomTO: Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto
A 17ª DomTO: Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto
Continuano le
parabole di Gesù sul Regno dei cieli. In questa Domenica due di esse descrivono
il Regno come il massimo tesoro da trovare, cercandolo con uno sforzo instancabile
e assiduo. La terza parabola presenta le condizioni per esservi ammessi,
mediante l’immagine dei pesci nelle reti dei pescatori. Si raccolgono e trattengono
soltanto quelli buoni, mentre quelli cattivi sono scartati e rifiutati.
Ascoltiamo la Parola di Dio
1Re 3,5.7-12: In quei giorni 5a Gàbaon il Signore apparve a Salomone in
sogno durante la notte. Dio disse: "Chiedimi ciò che vuoi che io ti
conceda". Salomone disse: 7“Signore, mio Dio, tu hai fatto
regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un
ragazzo; non so come regolarmi. 8Il tuo servo è in
mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per la quantità non si
può calcolare né contare. 9Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal
male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?”. 10Piacque
agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. 11Dio
gli disse: “Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti
giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi
nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, 12ecco,
faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno
come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te”.
Rm 8,18-30: Fratelli, 28noi sappiamo che
tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati
chiamati secondo il suo disegno. 29Poiché quelli che egli da sempre
ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all'immagine del
Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30quelli
poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha
anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.
Mt 13, 44-52: In quel tempo Gesù disse ai suoi
discepoli: 44Il regno dei cieli è
simile a un tesoro nascosto
nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti
i suoi averi e compra quel campo.45Il regno dei cieli è simile anche
a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla
di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.47Ancora,
il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni
genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si
mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i
cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo.
Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e
li getteranno nella fornace ardente , dove sarà pianto e stridore di
denti.51Avete compreso tutte queste
cose?". Gli risposero: "Sì". 52Ed
egli disse loro: "Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei
cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e
cose antiche"
Meditiamo con lo Spirito Santo
Anche in questa
Domenica il Vangelo presenta alcune
parabole sul Regno dei cieli. Si può
dire che esse riguardino soprattutto gli atteggiamenti giusti per trovare il Regno, raggiungerlo ed entrarvi. Le
prime due parabole paragonano il Regno a un grande tesoro, che alcuni trovano
senza loro merito, altri in seguito ad una ricerca assidua. La terza parabola indica
che non tutti sono ammessi ad entrarvi, ma devono affrontare un esame, una
scelta e una decisione.
L’immagine è quella di una rete piena di pesci, che i
pescatori esaminano, trattenendo soltanto quelli buoni. Quelli cattivi sono scartati
e rifiutati. Poiché nel Regno di Dio
entrano soltanto coloro che sono buoni, tutti hanno la necessità continua di
pentirsi e convertirsi.
La prima lettura, dal Primo libro dei Re, presenta Salomone, figlio di David, che dovendo
succedere al padre nel reggere Israele, chiede a Dio il dono della Sapienza che gli consenta di avere un
cuore docile e di saper discernere il bene dal male in tutti i suoi atti. Il
Signore approva che non abbia chiesto vita lunga, potere e ricchezze, lo loda e
gli dona “un cuore saggio e intelligente”.
Essere docili alla volontà del Signore e saper discernere il bene dal male sono
le qualità indispensabili e le doti essenziali per poter reggere e governare i
popoli.
Il Vangelo conclude le parabole sul Regno con due brevi racconti.
Tesoro e perla sono immagini di qualcosa di valore inestimabile alla quale
sacrificare tuto con prontezza e coraggio. Rende bene l’idea che la venuta di
Gesù costituisce l’occasione unica da non perdere e impegnare tutti i mezzi che
abbiamo a disposizione. L’idea dominante è che una volta scoperto il Regno
nessun altro bene può più bastare e che una volta che si possiede tale tesoro,
tutto il resto diviene superfluo. L’impegno per averlo esige sforzi e sacrifici
il cui risultato è una gioia immensa, incontenibile. Inoltre, esso deve
continuare sempre, fino a che il giudizio divino, e non i criteri umani, decida
la sorte dei giusti, dei buoni e dei malvagi ed empi.
Di qui la domanda per
sapere in che cosa consista veramente questo immenso tesoro. La risposta è nella
seconda lettura, la Lettera di S. Paolo ai
Romani, che descrive il “disegno
di Dio”. Esso consiste nel chiamarci ad essere
conformi all'immagine del Figlio suo. In questo modo, il suo Figlio
Unigenito Gesù Cristo è il primogenito
tra molti fratelli. Paolo descrive tutti i passaggi di questa vocazione
divina da parte del Signore. Egli ci conosce da sempre, ossia fin
dall’eternità. Avendoci conosciuti ci ha destinati a diventare conformi
all’immagine del suo Figlio. A tal fine ci ha chiamati e giustificati, ossia
liberati dai nostri peccati, mediante il Battesimo e i sacramenti e resi giusti
mediante la sua grazia.
Il termine finale di questi suoi doni e interventi su
di noi è la glorificazione, ossia lo splendore della sua stessa gloria in noi,
mediante la condivisione della sua vita, della beatitudine eterna e della
risurrezione finale dei nostri corpi. Per spiegare questi misteri, S. Paolo
ricorre all’immagine dell’eredità e degli eredi. Il suo argomento è lineare. Se
siamo figli, siamo anche eredi. In questo caso siamo eredi di Dio e coeredi con
Cristo.
L’eredità che ci verrà data è la gloria divina del Figlio di Dio. Come
Cristo ce l’ha meritata con la sua passione, soffrendo per noi, anche noi
dobbiamo meritarla partecipando con amore alle sue sofferenze, certi che tutto concorre
al nostro bene. Il bene da noi operato con l’aiuto del Signore è destinato alla
gloria eterna nel suo Regno di santità e di amore.
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
“O Padre, fonte di sapienza, che ci ha
rivelato in Cristo il tesoro nascosto e la perla preziosa, concedi a noi il
discernimento dello Spirito, perché sappiamo apprezzare fra le cose del mondo
il valore inestimabile del tuo Regno, pronti ad ogni rinunzia per l’acquisto
del tuo dono”.
“Accetta Signore, queste offerte che la tua
generosità ha messo nelle nostre mani, perché il tuo Spirito, operante nei
santi misteri, santifichi la nostra vita presente e ci guidi alla felicità
senza fine”.
“O Dio nostro Padre, che ci hai dato la
grazia di partecipare al mistero eucaristico, memoriale perpetuo della passione
dl tuo Figlio, fa’ che questo dono del suo ineffabile amore giovi sempre per la
nostra salvezza”.
Gualberto Gismondi ofm