Commento CCC a YouCat Domanda n. 423
YOUCAT Domanda n. 423 - In che modo la Chiesa giudica la pratica degli uteri in affitto e la fecondazione artificiale?
(Risposta Youcat) Tutti i sussidi, scientifici o medici,
per il concepimento di un bambino devono arrestarsi laddove, con l'intervento
di una terza persona, viene compromessa o distrutta la comune partecipazione
dei genitori o quando il concepimento diviene un'operazione tecnica al di fuori
dell'unione sessuale all'interno del matrimonio.
Riflessione e
approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 2374) Grande è la sofferenza delle coppie che si
scoprono sterili. “Che mi darai? - chiede Abramo a Dio - Io me ne vado senza
figli… ” (Gen 15,2). “Dammi dei figli, se no io muoio!”, grida Rachele al
marito Giacobbe (Gen 30,1).
Per meditare
(Commento Youcat) Per rispetto della dignità umana la Chiesa nega la
possibilità di concepire un figlio con la fecondazione eterologa od omologa.
Ogni bambino ha di fronte a Dio il diritto ad avere un padre e una madre, a
conoscerli e a crescere nel loro amore finché questo è possibile.
L'inseminazione artificiale con lo sperma di un uomo estraneo alla coppia
(inseminazione eterologa) distrugge anche lo spirito del matrimonio, nel quale
l'uomo e La donna hanno il diritto di diventare padre o madre per mezzo
dell'altro coniuge. Ma anche l'inseminazione omologa (quando cioè lo sperma è
del marito) rende il bambino frutto di un procedimento tecnico e non gli
permette di nascere dall'unione d'amore di un rapporto personale. Quando
inoltre un bambino diventa un prodotto, si pone subito la cinica domanda sulla
qualità e sulla garanzia di questo prodotto. La Chiesa nega anche La diagnosi
preimpianto, che viene spesso condotta con lo scopo dell'eliminazione degli
embrioni non perfetti. Anche la pratica dell'utero in affitto, con la quale un
embrione creato artificialmente viene impiantato in una donna estranea alla
coppia, contraddice la dignità umana.
(Commento CCC) (CCC 2377) Praticate in seno alla coppia, tali tecniche
(inseminazione e fecondazione artificiali omologhe) sono, forse, meno
pregiudizievoli, ma rimangono moralmente inaccettabili. Dissociano l'atto
sessuale dall'atto procreatore. L'atto che fonda l'esistenza del figlio non è
più un atto con il quale due persone si donano l'una all'altra, bensì un atto
che “affida la vita e l'identità dell'embrione al potere dei medici e dei
biologi e instaura un dominio della tecnica sull'origine e sul destino della
persona umana. Una siffatta relazione di dominio è in sé contraria alla dignità
e alla uguaglianza che dev'essere comune a genitori e figli” [Congregazione per
la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 2, 5]. “La procreazione è privata dal punto
di vista morale della sua perfezione propria quando non è voluta come il frutto
dell'atto coniugale, e cioè del gesto specifico della unione degli sposi […];
soltanto il rispetto del legame che esiste tra i significati dell'atto
coniugale e il rispetto dell'unità dell'essere umano consente una procreazione
conforme alla dignità della persona” [Donum
vitae, 2, 4].