Commento CCC a YouCat Domanda n. 462
YOUCAT Domanda n. 462 - Perché il nono comandamento è diretto contro la bramosia sessuale?
(Risposta Youcat) Il nono comandamento non sanziona il
desiderio in quanto tale, ma il desiderio disordinato; la «brama» dalla quale
la Sacra Scrittura ci mette in guardia è il predominio delle pulsioni sullo
spirito, il prevalere dell'elemento passionale sull'uomo nel suo complesso e
l'inclinazione al peccato che ne deriva.
Riflessione e
approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 2528) “Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha
già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Mt 5,28). (CCC 2529) Il nono comandamento mette in
guardia dal desiderio smodato o concupiscenza carnale. (CCC 2514) San Giovanni
distingue tre tipi di smodato desiderio o concupiscenza: la concupiscenza della
carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita [1Gv 2,16].
Secondo la tradizione catechistica cattolica, il nono comandamento proibisce la
concupiscenza carnale; il decimo la concupiscenza dei beni altrui.
Per meditare
(Commento
Youcat) L'attrazione
erotica tra uomo e donna è stata creata da Dio, ed è quindi buona, appartiene
alla sessualità e alla struttura biologica della persona; fa in modo che l'uomo
e la donna si uniscano e che dal loro amore scaturisca una discendenza. Questa
unione deve essere difesa dal nono comandamento. Il matrimonio e la famiglia
non possono essere messi a repentaglio giocando con il fuoco, gestendo con disinvoltura
la fiamma del desiderio che arde fra l'uomo e la donna. Il che significa, in
maniera particolare per i cristiani: non dare spazio a relazioni sessuali con
uomini e donne sposati!
(Commento CCC) (CCC 2515) La “concupiscenza”, nel senso etimologico, può
designare ogni forma veemente di desiderio umano. La teologia cristiana ha dato
a questa parola il significato specifico di moto dell'appetito sensibile che si
oppone ai dettami della ragione umana. L'Apostolo san Paolo la identifica con
l'opposizione della “carne” allo “spirito” [Gal 5,16.17.24; Ef 2,3]. E'
conseguenza della disobbedienza del primo peccato [Gen 3,11]. Ingenera
disordine nelle facoltà morali dell'uomo e, senza essere in se stessa un
peccato, inclina l'uomo a commettere il peccato [Concilio di Trento: DS 1515].