30ª DomTO: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, anima e mente
30ª DomTO: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, anima e mente
L’insegnamento di questa
domenica riassume tutto il nostro essere cristiani: amare Dio
con tutto il cuore, anima e mente e il prossimo come noi stessi. Benché espresso
in due parti l’impegno è unico: amare.
Dio è amore. È questa la sua
definizione più vera, autentica ed elevata. Nessun’altra può eguagliarla né
sostituirla. Dio è amore. Nulla è più
grande di questo.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Es 22,21-26: Così dice il Signore: 21non
molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in
terra d’Egitto. Non maltratterai la vedova o l'orfano. 22Se tu lo
maltratti, quando invocherà da me l'aiuto, io darò ascolto al suo grido, 23la
mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove
e i vostri figli orfani.24Se tu presti denaro a qualcuno del mio
popolo, all'indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio:
voi non dovete imporgli alcun interesse.25Se prendi in pegno il mantello
del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, 26perché
è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi
dormendo? Altrimenti, quando griderà verso di me, io l'ascolterò, perché io
sono pietoso.
1Ts 1,5-10: Fratelli,
5ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a
voi per il vostro bene.6E voi avete seguito il nostro esempio e
quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la
gioia dello Spirito Santo, 7così da diventare modello per tutti i
credenti della Macedonia e dell'Acaia. 8Infatti per mezzo vostro la
parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra
fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di
parlarne. 9Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in
mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio
vivo e vero 10e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha
risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall'ira che viene.
Mt 22,34-40:
In quel tempo 34i farisei, avendo udito che
egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno
di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36"Maestro,
nella Legge, qual è il grande comandamento?". 37Gli rispose:
" Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua
anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e
primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il
tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti
dipendono tutta la Legge e i Profeti".
Meditiamo con lo Spirito Santo
Gesù rispondendo a farisei e
dottori della Legge esprime la suprema verità della vita: l’amore. La parola di Gesù è ben più di un
comandamento. Per l’amore e la verità divina ogni termine umano: legge,
comandamento, precetto, norma ecc. è del tutto inappropriato. Prima di giungere
a una comprensione dell’asserzione “Dio è
Amore” dobbiamo purificare tutte le concezioni umane dell’amore, eliminando
le visioni, che rendono il termine inaccessibile, e quelle riduttive a un amore
puramente umano.
Soltanto la rivelazione divina esprime Dio, amore
perfettamente gratuito e totalmente generoso, tenerezza immensa che, senza
sacrificare nulla della sua infinita santità, si apre con pienezza e si dona con
perfezione di misericordia. L’amore di Dio è gratuito e generoso come esprimono
i termini: “amicizia”, “alleanza” e “promesse di salvezza”. Tutti, e soprattutto il suo popolo, devono
amarlo con tutto il cuore e se stessi. Queste
esigenze sono troppo grandi per l’uomo peccatore, per cui ha la totale necessità
di un aiuto e grazia divini, che il Signore gli dona senz’alcun limite.
Diversamente
dall’Antico Testamento, il Nuovo
esprime l’amore divino nel fatto unico di Gesù, Figlio di Dio, che viene
nel mondo a vivere il dialogo d’amore fra Dio e l’uomo. Tutto avviene nella la
persona di Gesù, in cui Dio ama, riamato, l’uomo. Amare Gesù è amare il Padre. Si
ama ascoltando la Parola divina, seguendo Gesù e rinunziando a tutto. Gesù dona
tutto al Padre, senza riserve, e agli uomini senza eccezioni. Di tutte le
parole umane, solo “amore” lascia
intravvedere il mistero del Dio Unitrino, eterno dono d’amore reciproco fra Padre,
Figlio e Spirito Santo. Gesù completa il discorso invitando ad amare il
prossimo come noi stessi. Prima di morire, però chiederà molto di più: amarci l’un l’altro, come lui ha amato noi.
La lettura dal libro dell’Esodo aiuta
a capire lo sforzo immenso del Signore per rendere capace di amore un’umanità
che Genesi mostra gloriosa di “vendicarsi settanta volte sette”.
Dall’abisso estremo, della vendetta senza fine dell’umanità peccatrice, alla
vetta vertiginosa dell’“amatevi l’un
l’altro come io ho amato voi”, del Figlio di Dio, c’è un’immensità che solo
l’amore onnipotente e infinito di Dio poteva colmare. Il Figlio Gesù la colmò con
la sua incarnazione, passione e morte sulla croce.
Amare Dio senza fine e senza
limiti, e amarci gli uni gli altri come ci ha amato Gesù è diventato possibile per
l’infinito dono di grazia del Padre, Figlio e Spirito Santo. La liturgia di
questa domenica esprime mirabilmente questo prodigio, superiore a ogni altro.
L’orazione principale, infatti, considera che il Padre fa sempre ogni cosa per amore
e in difesa degli ultimi: umili, sofferenti e poveri.
Solo lui, quindi, può
liberare il nostro cuore dagli idoli della ricchezza, denaro, potere, piaceri e
beni terreni. Solo dopo aver ricevuto il suo indispensabile dono di liberazione,
possiamo impegnarci ad amare e servire totalmente Dio e i nostri fratelli con
la grazia di Cristo, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
Invochiamo con gioia il Padre,
che fa tutto per amore e difende umili e poveri, perché ci liberi dalla
schiavitù di tutti gli idoli, ci renda capaci di servire lui e il prossimo, e renda
il suo amore legge della nostra vita: “O
Padre, che fai ogni cosa per amore e sei la più sicura difesa degli umili e dei
poveri, donaci un cuore libero da tutti gli idoli, per servire te solo e amare
i fratelli secondo lo Spirito del tuo Figlio, facendo del suo comandamento
nuovo l’unica legge della vita”.
L’offerta e i doni che
presentiamo al Signore rendano piena gloria al suo nome: “Guarda, Signore, i doni che ti presentiamo: questa offerta, espressione
del nostro servizio sacerdotale, salga fino a te e renda gloria al tuo nome”.
L’Eucaristia,
sacramento della nostra fede, ci ottenga il possesso delle realtà eterne che
celebriamo nel mistero: “Signore, questo
sacramento della nostra fede compia in noi ciò che esprime e ci ottenga il
possesso delle realtà eterne, che ora celebriamo nel mistero”.
Gualberto Gismondi ofm