Commento CCC a YouCat Domanda n. 524. II. + Giovedì IV sett. di Pasqua


YOUCAT Domanda n. 524 – Parte II. Che cosa significa: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori»?


(Risposta Youcat – ripetizione) Il perdono misericordioso - quello che noi doniamo agli altri e quello che cerchiamo personalmente - è uno e indivisibile; se non siamo misericordiosi noi stessi e non ci perdoniamo a vicenda, la misericordia di Dio non raggiungerà il nostro cuore.   

Riflessione e approfondimenti

(Commento CCC) (CCC 2839) Abbiamo iniziato a pregare il Padre nostro con una confidenza audace. Implorando che il suo Nome sia santificato, gli abbiamo chiesto di essere sempre più santificati. Ma, sebbene rivestiti della veste battesimale, noi non cessiamo di peccare, di allontanarci da Dio. Ora, con questa nuova domanda, torniamo a lui, come il figlio prodigo, [Lc 15,11-32] e ci riconosciamo peccatori, davanti a lui, come il pubblicano [Lc 18,13]. La nostra richiesta inizia con una “confessione”, con la quale confessiamo ad un tempo la nostra miseria e la sua misericordia. La nostra speranza è sicura, perché, nel Figlio suo, “abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati” (Col 1,14; Ef 1,7). Il segno efficace ed indubbio del suo perdono lo troviamo nei sacramenti della sua Chiesa [Mt 26,28; Gv 20,23].

Per meditare

(Commento Youcat) Molti uomini devono combattere per tutta la vita con la toro incapacità di perdono; questo profondo blocco che impedisce la riconciliazione si risolve in ultima analisi solo in riferimento a Dio, che ci ha accettati «mentre eravamo ancora peccatori» (Rm 5, 8); poiché però abbiamo un Padre misericordioso, con lui sono possibili il perdono e la vita nella riconciliazione. 

(Commento CCC) (CCC 2840) Ora, ed è cosa tremenda, questo flusso di misericordia non può giungere al nostro cuore finché noi non abbiamo perdonato a chi ci ha offeso. L'amore, come il corpo di Cristo, è indivisibile: non possiamo amare Dio che non vediamo, se non amiamo il fratello, la sorella che vediamo [1Gv 4,20]. Nel rifiuto di perdonare ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, il nostro cuore si chiude e la sua durezza lo rende impermeabile all'amore misericordioso del Padre; nella confessione del nostro peccato, il nostro cuore è aperto alla sua grazia. 

(Continua la domanda: Che cosa significa: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori»?)


Giovedì


La prima lettura presenta Paolo che nella sinagoga di Antiochia annuncia “Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù”. Il Vangelo presenta Gesù che nell’ultima cena annuncia ai discepoli che uno di loro lo tradirà. Lo dice perché, quando avverrà, credano che è veramente Figlio di Dio.

Ascoltiamo la Parola di Dio


At 13, 13-25: 13Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge, in Panfìlia. Ma Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme. 14Essi invece, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero. 15Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga mandarono a dire loro: "Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!". 16Si alzò Paolo e, fatto cenno con la mano, disse: "Uomini d'Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. 17Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d'Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. 18Quindi sopportò la loro condotta per circa quarant'anni nel deserto, 19distrusse sette nazioni nella terra di Canaan e concesse loro in eredità quella terra 20per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei giudici, fino al profeta Samuele. 21Poi essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Chis, della tribù di Beniamino, per quarant'anni. 22E, dopo averlo rimosso, suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: "Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri". 23Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. 24Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d'Israele. 25Diceva Giovanni sul finire della sua missione: "Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali".

Gv 13, 16-20: [Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:16 “In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. 17Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. 18Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. 19Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. 20In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato". 

Meditiamo con lo Spirito Santo


Paolo e i suoi compagni, giunti ad Antiochia in Pisìdia grande e ricca città commerciale, di sabato nella sinagoga, sono invitati a dire parole di esortazione per il popolo. Paolo ne approfitta, riassumendo la storia del popolo d’Israele e i grandi benefici operati da Dio. 
Arrivato a Davide, ricorda che da lui, secondo la promessa di Dio, discende Gesù, inviato come salvatore d’Israele. Egli fu annunciato da Giovanni Battista suo profeta e precursore, con le parole: “ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali". 
Il Messia tanto atteso, quindi, è già venuto ed è Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio, crocifisso, morto e risuscitato. 
Il Vangelo presenta le parole pronunciate da Gesù ai suoi discepoli, dopo di aver loro lavato i piedi. Spiega il significato del suo esempio, come atto di umiltà e di servizio e grande gesto di umiliazione e di amore. 
Gesù, benché Signore, si è fatto servo di tutti: “In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato”. 
Aggiunge, quindi, l’esortazione: “Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica”. 
Gesù compie anche un altro grande gesto: prepara i discepoli a capire il vero significato del tradimento di Giuda, sapendo che ne sarebbero stati sconvolti: Avrebbero pensato: il Signore nello scegliere gli Apostoli si sarebbe sbagliato? 
Le parole di Gesù muovono dalla Scrittura che illuminano, mostrando che tale tradimento rientrava nel progetto di piena vittoria dell’amore divino sull’odio e del bene sul male. 
Le sue parole: “perché crediate che Io Sono” indicano la sua piena consapevolezza, che il suo essere veramente e realmente Figlio di Dio, emerge con pienezza proprio nell’umiliazione, il tradimento, la passione, la morte e la risurrezione, vissuti per salvarci. 

Riflessione 


Paolo, ad Antiochia, come annuncia Gesù di Nazaret, Figlio di Dio, crocifisso e risuscitato?

Che cosa insegna Gesù ai suoi discepoli, dopo aver loro lavato i piedi?

Perché Gesù annuncia ai suoi discepoli il tradimento di Giuda prima che esso accada?

Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa


O Dio, che hai redento l’uomo e lo hai innalzato oltre l’antico splendore, guarda all’opera della tua misericordia, e nei tuoi figli, nati a vita nuova nel battesimo, custodisci sempre i doni della tua grazia”.

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