Commento CCC a YouCat Domanda n. 524. IV. + Lunedì V sett. Di Pasqua


YOUCAT Domanda n. 524 – Parte IV. Che cosa significa: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori»?


(Risposta Youcat – ripetizione) Il perdono misericordioso - quello che noi doniamo agli altri e quello che cerchiamo personalmente - è uno e indivisibile; se non siamo misericordiosi noi stessi e non ci perdoniamo a vicenda, la misericordia di Dio non raggiungerà il nostro cuore.    

Riflessione e approfondimenti

(Commento CCC) (CCC 2843) Così prendono vita le parole del Signore sul perdono, questo Amore che ama fino alla fine [Gv 13,1]. La parabola del servo spietato, che corona l'insegnamento del Signore sulla comunione ecclesiale [Mt 18,23-35], termina con queste parole: “Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello”. E' lì, infatti, “nella profondità del cuore ” che tutto si lega e si scioglie. Non è in nostro potere non sentire più e dimenticare l'offesa; ma il cuore che si offre allo Spirito Santo tramuta la ferita in compassione e purifica la memoria trasformando l'offesa in intercessione. 

Per meditare

(Commento Youcat) Molti uomini devono combattere per tutta la vita con la toro incapacità di perdono; questo profondo blocco che impedisce la riconciliazione si risolve in ultima analisi solo in riferimento a Dio, che ci ha accettati «mentre eravamo ancora peccatori» (Rm 5, 8); poiché però abbiamo un Padre misericordioso, con lui sono possibili il perdono e la vita nella riconciliazione. 

(Commento CCC) (CCC 2844) La preghiera cristiana arriva fino al perdono dei nemici [Mt 5,43-44]. Essa trasfigura il discepolo configurandolo al suo Maestro. Il perdono è un culmine della preghiera cristiana; il dono della preghiera non può essere ricevuto che in un cuore in sintonia con la compassione divina. Il perdono sta anche a testimoniare che, nel nostro mondo, l'amore è più forte del peccato. I martiri di ieri e di oggi rinnovano questa testimonianza di Gesù. Il perdono è la condizione fondamentale della Riconciliazione [2 Cor 5,18-21] dei figli di Dio con il loro Padre e degli uomini tra loro [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Dives in misericordia, 14]. 

(Continua la domanda: Che cosa significa: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori»?)


Lunedi 5ª settimana di Pasqua


I capi dei Giudei e alcuni pagani tentano di lapidare Paolo e Barnaba che fuggono altrove. A Listra, guarito un uomo storpio e paralizzato dalla nascita, sono creduti e onorati come dèi. Nel Vangelo Gesù dice che a chi osserva le sue parole, il Padre donerà lo Spirito Santo che insegnerà ogni cosa.

Ascoltiamo la Parola di Dio


At 14, 5-18: In quei giorni, a Iconio 5ci fu un tentativo dei pagani e dei Giudei con i loro capi di aggredire e lapidare Paolo e Barnaba; 6essi lo vennero a sapere e fuggirono nelle città della Licaònia, Listra e Derbe, e nei dintorni, 7e là andavano evangelizzando. 8C'era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. 9Egli ascoltava Paolo mentre parlava e questi, fissandolo con lo sguardo e vedendo che aveva fede di essere salvato, 10disse a gran voce: "Àlzati, ritto in piedi!". Egli balzò in piedi e si mise a camminare. 11La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, si mise a gridare, dicendo, in dialetto licaonio: "Gli dèi sono scesi tra noi in figura umana!". 12E chiamavano Bàrnaba "Zeus" e Paolo "Hermes", perché era lui a parlare. 13Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all'ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. 14Sentendo ciò, gli apostoli Bàrnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: 15"Uomini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. 16Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che tutte le genti seguissero la loro strada; 17ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori". 18E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall'offrire loro un sacrificio.

Gv 14, 21-26: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui". 22Gli disse Giuda, non l'Iscariota: "Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?". 23Gli rispose Gesù: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. 25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Meditiamo con lo Spirito Santo


A Iconio, i pagani e i capi dei Giudei congiurano per lapidare, ossia uccidere, Paolo e Barnaba che, saputolo fuggono nelle città di Listra, Derbe e dintorni. Ivi cominciano a evangelizzare e a Listra guariscono un uomo, storpio dalla nascita e paralizzato alle gambe, che non aveva mai potuto camminare. 
Al vedere ciò la folla grida: "Gli dèi sono scesi tra noi in figura umana!" e il sacerdote di Zeus reca tori e corone, per offrir loro un sacrificio, insieme alla folla. 
Vedendo ciò, Bàrnaba e Paolo si strappano le vesti e gridano: “Perché fate questo? siamo esseri umani, mortali come voi, e vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose. 
Così dicendo, riescono con grande fatica a far desistere la folla dall'offrire loro il sacrificio.  
Nel Vangelo, Gesù dice ai suoi discepoli che tutti quelli che accolgono e osservano i suoi comandamenti, lo amano, per cui sono amati dal Padre. 
Gesù e il Padre, quindi, prenderanno dimora presso di loro, perché le parole che Gesù dice sono del Padre che lo ha mandato. 
Il Padre, nel nome di Gesù manderà loro anche il suo Spirito Santo, che è il Paràclito, ossia l’avvocato e consolatore, perché insegni loro ogni cosa e ricordi tutto ciò che il Figlio di Dio ha fatto e insegnato loro.

Riflessione 


Che cosa compiono Paolo e Barnaba a Listra e che cosa fa la folla nei loro confronti?

Perché quanti osservano i comandamenti di Gesù e lo amano sono amati dal Padre?

Perché il Padre manderà loro, nel nome di Gesù, il suo Spirito Santo Paràclito?

Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa 


O Padre, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia”.

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