Martedì 8ª settimana
Martedì 8ª settimana
Pietro ci assicura che, grazie a Gesù, le nostre sofferenze producono
salvezza e gloria eterna, e che lo Spirito Santo ci aiuta a viverle con lui e
come lui, compiendo la nostra
santificazione. Nel Vangelo, Gesù risponde a Pietro che tutto quello che
lasciamo per causa sua e del Vangelo riceverà cento volte tanto e la vita
eterna.
Ascoltiamo la Parola di Dio
1Pt 1,10-16:
Carissimi, 10sulla salvezza indagarono e
scrutarono i profeti, che preannunciavano la grazia a voi destinata; 11essi
cercavano di sapere quale momento o quali circostanze indicasse lo Spirito di
Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le
glorie che le avrebbero seguite. 12A loro fu rivelato che, non per
se stessi, ma per voi erano servitori di quelle cose che ora vi sono annunciate
per mezzo di coloro che vi hanno portato il Vangelo mediante lo Spirito Santo,
mandato dal cielo: cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo. 13Perciò,
cingendo i fianchi della vostra mente e restando sobri, ponete tutta la vostra
speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si manifesterà. 14Come
figli obbedienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, quando eravate
nell'ignoranza, 15ma, come il Santo che vi ha chiamati, diventate
santi anche voi in tutta la vostra condotta. 16Poiché sta scritto: Sarete
santi, perché io sono santo.
Mc 10, 28-31: In
quel tempo, 28Pietro prese a dire a Gesù: "Ecco, noi abbiamo
lasciato tutto e ti abbiamo seguito". 29Gesù gli rispose:
"In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli
o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del
Vangelo, 30che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte
tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a
persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. 31Molti dei
primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi".
Meditiamo con lo Spirito Santo
La prima lettura sottolinea che i profeti presentarono la
salvezza realizzata da Dio nella nostra storia umana, collegando le sofferenze
di Cristo alla sua gloria, per cui anche noi, se uniamo le nostre sofferenze a
quelle di Cristo, conseguiremo la sua stessa gloria.
Queste
verità sono state annunciate chiaramente dagli Apostoli e da coloro che, sotto
l’influsso dello Spirito Santo mandatoci da Dio, scrissero il Vangelo e lo
diffusero. Noi, quindi, come figli obbedienti, dobbiamo conservarci sobri e
vigilare sulla nostra mente, per non conformarci ai desideri di quando ancora
ignoravamo queste grandi verità.
Il Dio infinitamente santo, infatti, ci ha
chiamato tutti a vivere santamente tutti i nostri comportamenti, secondo la
parola della Scrittura: Sarete santi, perché io sono santo. Questi principi e valori sono il fondamento
della nostra vita cristiana.
Il Vangelo ce lo conferma, presentando quanto
accadde dopo che il giovane ricco, per non abbandonare le sue molte ricchezze,
rifiutò di seguire Gesù e volle andarsene via.
Pietro, allora, domanda al
Signore che cosa devono aspettarsi lui e gli altri discepoli che, per
seguirlo, avevano lasciato tutto: casa, lavoro, familiari, affetti e amici. La
risposta di Gesù è molto articolata e dobbiamo meditarla bene.
Anzitutto le
parole “causa mia e del Vangelo”
significano il “Regno di Dio”.
Infatti, la rinuncia a tutto quanto abbiamo di più caro ha valore soltanto se
la facciamo per amore di Gesù, del suo Regno e del Vangelo.
La ricompensa, poi,
è duplice. La prima e più importante è “la
vita eterna nel tempo che verrà”, ossia la vita che vivremo, dopo la nostra
morte, nella casa del Padre e nella risurrezione. Questa va presa alla lettera.
Gesù parla, però anche di un’altra ricompensa: “già ora, in questo tempo”. Questa va interpretata, invece,
correttamente, ricordando che gli esempi singoli indicati da Gesù sono immagini
e simboli da intendere non alla lettera, ma in un senso globale e spirituale.
“Cento volte tanto” indica solo una
grandissima quantità. I beni terreni: “case
e fratelli e sorelle e madri e figli e campi” indicano i beni umani e
spirituali ancora più alti: pace, gioia, fraternità, amore, comunione,
sostegno reciproco e soddisfazioni. Anche questi beni, però, saranno sempre
accompagnati da prove, contraddizioni e sofferenze, provenienti soprattutto dal
mondo.
La conclusione, quindi, è molto
esplicita: i primi, ossia quanti
hanno preferito ricchezze, potere e piaceri mondani, saranno gli ultimi, mentre
gli ultimi, ossia i poveri, umili e
sofferenti a causa e per amore di Cristo, saranno i primi.
Riflessione
Come santificare le nostre sofferenze in una prospettiva di
salvezza e di gloria eterna?
Qual è la ricompensa che il Signore promette a chi rinuncia
a ogni proprio bene per seguirlo?
Che cosa significa il centuplo di “case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi”?
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
“Padre santo, che vedi
e provvedi a tutte le tue creature, sostienici con la forza del tuo Spirito,
perché in mezzo alle fatiche e alle preoccupazioni di ogni giorno non ci
lasciamo dominare dall’avidità e dall’egoismo, ma operiamo con piena fiducia
per la libertà e la giustizia del tuo regno”.