Mercoledì 23ª settimana
Mercoledì 23ª settimana
Paolo indica la verginità cristiana come anticipo profetico del
“divino futuro” in Cristo. Il Vangelo
presenta le beatitudini come speranza di gioia e gloria futura, perché la figura del mondo passa ma i
beni divini non passano.
Ascoltiamo la Parola di Dio
1Cor 7, 25-31:
Fratelli, 25Riguardo alle vergini, non ho alcun
comando dal Signore, ma do un consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia
dal Signore e merita fiducia. 26Penso dunque che sia bene per
l'uomo, a causa delle presenti difficoltà, rimanere così com'è. 27Ti
trovi legato a una donna? Non cercare di scioglierti. Sei libero da donna? Non
andare a cercarla. 28Però se ti sposi non fai peccato; e se la
giovane prende marito, non fa peccato. Tuttavia costoro avranno tribolazioni
nella loro vita, e io vorrei risparmiarvele. 29Questo vi dico,
fratelli: il tempo si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie,
vivano come se non l'avessero; 30quelli che piangono, come se non
piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano,
come se non possedessero; 31quelli che usano i beni del mondo, come
se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!
Lc 6, 20-26: In
quel tempo, Gesù, 20alzàti gli occhi verso i suoi
discepoli, diceva: "Beati voi,
poveri, perché vostro è il regno di Dio. 21Beati voi, che ora avete
fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. 22Beati
voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi
insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio
dell'uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco,
la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i
loro padri con i profeti. 24Ma guai a voi, ricchi, perché avete già
ricevuto la vostra consolazione. 25Guai a voi, che ora siete sazi, perché
avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso
modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.
Meditiamo con lo Spirito Santo
Paolo ricorda che la figura di questo
mondo passa ma i beni divini non passano mai. Gesù Cristo ha consolidato
la bontà e santità del matrimonio ma avendo abbreviato
i tempi, ha reso la verginità cristiana anticipo profetico del “futuro divino” in Cristo.
Paolo riconosce che al riguardo non ha comandi del Signore, per cui chi
ha già il vincolo coniugale non cerchi di scioglierlo e chi è libero non si
vincoli.
La verginità rimane uno stupendo dono di grazia in questo mondo che passa, perché i beni divini non passano mai.
Il
Vangelo annuncia anche le beatitudini come gioia attuale e speranza di gloria
futura. Esse, infatti, fin da ora, sono già felicità divina in Cristo. Matteo ne
presenta otto, Luca quattro.
Sono beati: i poveri perché il regno di Dio è
loro; gli affamati perché saranno saziati; quanti piangono perché gioiranno; quanti
sono odiati, insultati e disprezzati a motivo del Figlio dell'uomo.
Luca sottolinea
anche il valore sociale delle beatitudini. Dio, infatti, libera i poveri,
deboli, sfruttati, oppressi e perseguitati e li protegge dai ricchi, potenti e prepotenti
che ne abusano. Il Regno dei cieli,
quindi, è dei seguaci di Gesù, poveri, oppressi, maltrattati e perseguitati,
perché Dio ha preparato per loro: speranza, beatitudine e gloria.
Gesù conclude
con quattro “Guai”: ai ricchi, che hanno già ricevuto consolazioni; ai
sazi che avranno fame; ai gaudenti perché piangeranno; a quelli di cui tutti dicono
bene, come si fa con i falsi profeti.
Riflessione
Che cosa consiglia ai Corinzi San Paolo, riguardo al
matrimonio o la verginità per il Regno?
Che cosa significano le “Beatitudini”
annunciate da Gesù nel Vangelo?
Che cosa promette il Figlio
dell'uomo, a i poveri, i maltrattati e i
perseguitati per causa sua?
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
“O Padre, che scegli i
piccoli e i poveri per farli ricchi nella fede ed eredi del tuo regno, aiutaci
a dire la tua parola di coraggio a tutti gli smarriti di cuore, perché si
sciolgano le loro lingue e tanta umanità malata, incapace perfino di pregarti,
canti con noi le tue meraviglie”.