Martedì 30ª settimana
Martedì 30ª settimana
Paolo annuncia il matrimonio come realtà che esprime un
immenso mistero: il rapporto d’amore che esiste fra Cristo e la Chiesa. Nel
Vangelo Gesù presenta il Regno con due immagini: il seme piccolissimo che
diventa grande albero e il lievito che fermenta tutta la pasta.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Ef 5, 21-22: Fratelli, 21nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: 22le
mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; 23il marito infatti
è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore
del corpo. 24E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le
mogli lo siano ai loro mariti in tutto. 25E voi, mariti, amate le
vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei,
26per renderla santa, purificandola con il lavacro dell'acqua
mediante la parola, 27e per presentare a se stesso la Chiesa tutta
gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. 28Così
anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama
la propria moglie, ama se stesso. 29Nessuno infatti ha mai odiato la
propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, 30poiché
siamo membra del suo corpo. 31Per questo l'uomo lascerà il padre
e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. 32Questo
mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! 33Così
anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la
moglie sia rispettosa verso il marito.
Lc 13, 18-21: In
quel tempo, diceva Gesù: "18A che cosa è simile il regno di Dio, e a
che cosa lo posso paragonare? 19È simile a un granello di senape,
che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli
uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami ". 20E
disse ancora: "A che cosa posso paragonare il regno di Dio? 21È
simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina,
finché non fu tutta lievitata".
Meditiamo con lo Spirito Santo
Paolo annuncia l’immenso mistero del matrimonio come
rapporto d’amore di Cristo con la sua Chiesa.
Usa però due termini,
sottomissione e amore, che generano qualche difficoltà o equivoco, se non si tiene
ben fermo che per Gesù l’amore è la legge suprema e il matrimonio è il
sacramento, ossia il segno sensibile e visibile del suo amore per la sua
Chiesa.
La sottomissione, quindi, è di ordine soprannaturale, perché la santa Chiesa nasce e dipende dal Cristo tre
volte santo.
La sottomissione, perciò, non è la stessa dei rapporti umani ed è
difficile trovare un unico termine adeguato ad esprimerla. Esso deve esprimere
l’amore reciproco, che armonizza la dipendenza d’amore con la sottomissione
reciproca della moglie dal marito e del marito dalla moglie.
Gesù ne è il
modello ineguagliabile perché ha dato tutto se stesso per la Chiesa sua sposa, compresa
la propria vita e il proprio sangue.
Si è immolato per essa, per renderla santa, immacolata, gloriosa, senza
macchia né ruga. Perciò il sacramento del matrimonio è la grazia di Cristo, ai
mariti perché amino le mogli come Egli ama la Chiesa, e alle mogli perché amino
i mariti come la Chiesa ama Cristo.
Nel Vangelo Gesù presenta due
parabole sul Regno: seme piccolissimo che diventa grande albero e lievito che
fermenta tutta la pasta.
Entrambi quasi invisibili, sono dotati di grande
potenza.
Il Regno, quindi, è una grande forza divina che agisce profondamente
nelle persone, di cui rinnova la vita, e fra le persone, rinnovandone i
rapporti con Dio e col prossimo
Riflessione
Perché il Matrimonio è un un sacramento e un grande mistero
divino?
Quali rapporti devono sempre intercorrere sempre fra uomo e
donna, fra marito e moglie?
Nelle due parabole, quali immagini illustrano i caratteri e
il mistero del Regno di Dio?
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
“O Padre, che fai ogni
cosa per amore, e sei la più sicura difesa degli umili e dei poveri, donaci un
cuore libero da tutti gli idoli per servire solo te e amare i fratelli secondo
lo Spirito del tuo Figlio, facendo del suo comandamento nuovo l’unica legge
della vita”.