Giovedì 31ª settimana
Giovedì 31ª settimana
Paolo chiama “carne”
i beni che ci rendono orgogliosi, sopra gli altri o senza bisogno di nessuno.
Di fronte alla grandeza di Cristo essi sono solo perdite. Nel Vangelo, a scribi
e farisei che lo rimproverano di “accogliere”
i peccatori, Gesù risponde che vi è più gioia in cielo per
un solo peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di
conversione.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Fil 3, 3-8: Fratelli, 3i veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto
mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia
nella carne, 4sebbene anche in essa io possa confidare. Se qualcuno
ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: 5circonciso
all'età di otto giorni, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo
figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; 6quanto allo zelo,
persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza
della Legge, irreprensibile. 7Ma queste cose, che per me erano
guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. 8Anzi,
ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di
Cristo Gesù, mio Signore.
Lc 15, 1-10: In quel tempo, 1si
avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2I
farisei e gli scribi mormoravano dicendo: "Costui accoglie i peccatori e
mangia con loro". 3Ed egli disse loro questa parabola: 4"Chi
di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel
deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? 5Quando
l'ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, 6va a casa,
chiama gli amici e i vicini, e dice loro: "Rallegratevi con me, perché ho
trovato la mia pecora, quella che si era perduta". 7Io vi dico:
così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per
novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. 8Oppure,
quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza
la casa e cerca accuratamente finché non la trova? 9E dopo averla
trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: "Rallegratevi con me,
perché ho trovato la moneta che avevo perduto". 10Così, io vi
dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si
converte".
Meditiamo con lo Spirito Santo
Paolo considera autentici figli di Dio
quanti sono mossi dallo Spirito Santo, confidano in Gesù e non pongono alcuna
fiducia nella carne. “Carne”
sono tutte le cose che ci rendono superbi, orgogliosi, superiori agli altri e
non bisognosi di nessuno.
Paolo riconosce che anche lui, un tempo, come
fariseo, irreprensibile nella Legge e persecutore della
Chiesa, confidava in esse ritenendole un guadagno.
Quando, però, conobbe la grandezza e la sublimità del Signore Gesù Cristo, le considerò
tutte una perdita.
Nel Vangelo, scribi e farisei mormorano,
rimproverando a Gesù di “accogliere”
i peccatori e di mangiare con loro. Gesù dice loro due
parabole.
Una è sulla pecora smarrita, che il pastore cerca finché non la trova
e pieno di gioia se la carica sulle spalle e chiama amici e vicini a far festa.
L’altra è sulla donna che perde una moneta e la cerca finché, trovandola, si
rallegra con amiche e vicine.
L’aspetto da notare è che il pastore non aspetta
che la pecora torni, ma è egli stesso che le va incontro fino a trovarla. Ciò
esprime un atteggiamento fortemente pastorale e missionario: andare incontro,
andare e cercare.
Un altro aspetto è la grande attenzione concentrata sul singolo.
Essa mostra che Dio vuole bene a tutti, ma che ognuno gli sta particolarmente a
cuore. Perciò concentra concretamente il suo amore salvifico e universale su
ogni singolo che ha bisogno di lui.
Quanto all’affermazione di Gesù: “così vi sarà gioia nel cielo per un solo
peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno
bisogno di conversione” va inquadrata nel contesto della risposta data agli
scribi e ai farisei che, pretendendo di essere “giusti”, mormoravano contro di lui e disprezzavano il prossimo.
Riflessione
Quali cose sono per noi la “carne”, in cui non dobbiamo mai confidare?
Ci è chiaro il significato fortemente
missionario della prima parabola?
Perché c’è più gioia in cielo per un
solo peccatore convertito che per novantanove “giusti”?
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
O Dio, che nel tuo
Figlio sei venuto a cercare e a salvare chi era perduto, rendici degni della
tua chiamata: porta a compimento ogni nostra volontà di bene, perché sappiamo
accoglierti con gioia nella nostra casa per condividere i beni della terra e
del cielo”.