Giovedì 3ª settimana Tempo Ordinario
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La Lettera agli Ebrei
ricorda le grandi virtù teologali che compongono la vita cristiana: pienezza di fede, speranza, vicendevole
carità. Il Vangelo indica che esse devono illuminare la nostra esistenza perché
possiamo essere lampada anche per gli altri.
Ascoltiamo la Parola
(Eb 10, 19-25): 19Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo
del sangue di Gesù, 20via nuova e vivente che egli ha inaugurato per
noi attraverso il velo, cioè la sua carne, 21e
poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, 22accostiamoci
con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni
cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. 23Manteniamo
senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede
colui che ha promesso. 24Prestiamo attenzione gli uni agli altri,
per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. 25Non
disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l'abitudine di fare, ma
esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.
(Mc 4, 21-25): In
quel tempo Gesù diceva [alla folla]: 21"Viene forse la
lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per
essere messa sul candelabro? 22Non vi è infatti nulla di segreto che
non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in
luce. 23Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!". 24Diceva
loro: "Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale
misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. 25Perché a
chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha".
Meditiamo con l’aiuto dello Spirito Santo
La Lettera agli Ebrei
sottolinea le grandi virtù teologali che formano la vita cristiana: pienezza di fede, fermezza di speranza, vicendevole
carità.
Come l’acqua pura lava il corpo, così la pienezza della fede purifica i
nostri cuori da ogni cattiva coscienza e ci permette di accostarci a Dio con
cuore sincero.
La nostra speranza dobbiamo professarla senza vacillare, perché quanto
ci è stato promesso è degno di ogni fede. Gesù, infatti, per mezzo suo del
sangue, ci ha dato la piena libertà di entrare nel suo santuario, perché ha
inaugurato la nuova via che, attraverso il velo vivente della sua carne,
c’introduce nella casa di Dio.
È lui, quindi, il nostro Sommo Sacerdote veramente grande. Perciò, esortiamoci e stimoliamoci
a vicenda nella carità e nelle opere buone e prestiamo attenzione gli uni agli
altri.
Quanto più si avvicina il giorno del Signore, non disertiamo le nostre
riunioni. Il Vangelo indica che la nostra fede, speranza e carità devono illuminare
la nostra esistenza perché possiamo e dobbiamo essere lampade di luce anche per
gli altri.
Gesù ripete due volte l’invito ad aprire bene le orecchie, per
ascoltare quanto ci dice. Quanto più illumineremo la vita dei nostri fratelli, con
la nostra vita di fede, speranza e carità. tato più riceveremo. A chi
non ha, sarà tolto anche il poco che ha, ma a chi ha, sarà dato.
Con
la misura con la quale misuriamo agli altri sarà misurato anche a noi, anzi, ci
sarà dato ancora di più.
Riflessione
Chi ci ha conquistato
la piena libertà di entrare nel santuario del cielo e casa di Dio?
Quali virtù devono
illuminare la nostra esistenza perché siamo luce anche per gli altri?
Perché con la misura con la quale misuriamo sarà
misurato a noi, anzi sarà dato di più?
Preghiamo con la Liturgia della Chiesa
“O Dio, che hai
fondato la tua Chiesa sulla fede degli Apostoli, fa’ che le nostre comunità,
illuminate dalla tua parola e unite nel vincolo del tuo amore, diventino segno
di salvezza e di speranza per tutti coloro che dalle tenebre anelano alla luce”.