4ª Dom di Quaresima C: tuo fratello era morto ed è tornato in vita


4ª Dom di Quaresima C: tuo fratello era morto ed è tornato in vita


Giunto nella terra promessa il popolo di Dio celebra la Pasqua, festa della liberazione e del nuovo abbraccio di Dio, salvatore d’Israele. Nel Vangelo, il padre misericordioso, che corre incontro al figlio che lo aveva lasciato e lo abbraccia con gioia, rappresenta Dio Padre. Egli, in Cristo, ci riconcilia tutti a Sé.  

Ascoltiamo la Parola 


(Gs 5, 9. 10-12): In quei giorni, 9il Signore disse a Giosuè: "Oggi ho allontanato da voi l'infamia dell'Egitto". 10Gli Israeliti rimasero accampati a Gàlgala e celebrarono la Pasqua al quattordici del mese, alla sera, nelle steppe di Gerico. 11Il giorno dopo la Pasqua mangiarono i prodotti della terra, azzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno. 12E a partire dal giorno seguente, come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò. Gli Israeliti non ebbero più manna; quell'anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.

(2Cor 5, 17-21):  Fratelli, 17se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. 18Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. 19Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. 20In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. 21Colui che non aveva conosciuto peccato,  Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.

(Lc 15, 1-3. 11-32): In quel tempo, 1si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: "Costui accoglie i peccatori e mangia con loro". 3Ed egli disse loro questa parabola: 11Disse ancora: "Un uomo aveva due figli. 12Il più giovane dei due disse al padre: "Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta". Ed egli divise tra loro le sue sostanze. 13Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. 14Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. 16Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. 17Allora ritornò in sé e disse: "Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; 19non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati". 20Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21Il figlio gli disse: "Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". 22Ma il padre disse ai servi: "Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. 23Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato". E cominciarono a far festa. 25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. 27Quello gli rispose: "Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo". 28Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. 29Ma egli rispose a suo padre: "Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. 30Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso". 31Gli rispose il padre: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".  

Meditiamo con l’aiuto dello Spirito Santo 


In questa domenica ricordiamo il popolo di Dio che, entrato nella terra promessa, celebra la Pasqua di liberazione e il nuovo patto con Dio suo salvatore. La manna cessa perché d’ora in poi il popolo mangerà i frutti della sua nuova terra. 
S. Paolo ricorda che la Pasqua è, anzitutto e grazie a Cristo, la riconciliazione dell’umanità con Dio, che non c’imputa più i nostri peccati, avendoci fatto suoi figli e nuove creature. Le cose vecchie sono passate perché Dio ha riconciliato a sé il mondo, in Cristo, e affidato alla Chiesa la parola e il ministero della riconciliazione. 
Paolo ci supplica perché, in nome di Cristo, ci lasciamo riconciliare con Dio Padre che, per salvarci e renderci giusti, trattò come peccatore il suo Figlio diletto, che mai aveva peccato.  
Nel Vangelo, Gesù descrive splendidamente il misericordioso Padre divino e la tragica condizione del figlio peccatore, che lo abbandona, sedotto dal fascino di una falsa libertà. 
Dilapidati i beni paterni, subisce l’umiliazione di servire i porci e invidiare il loro cibo che, però, nessuno gli dà. Sceso, in tale abiezione e angoscia, confronta il suo spregevole stato attuale con i beni lasciati. 
Si pente, si converte e decide di ritornare al padre che sempre lo attende. Infatti, appena vede il figlio lontano, gli corre incontro pieno di gioia, lo abbraccia, lo bacia, gli mette le vesti migliori e l’anello, lo festeggia con banchetto, musiche e danze. 
Sono tutti segni e simboli della vita nuova, pura, dignitosa e gioiosa, di chi ritorna a Dio e alla sua famiglia: la Chiesa. 
Soltanto Gesù, che conosce tutti i segreti del cuore umano e l’infinito amore del Padre, poteva rivelarci la profondità del pentimento e della conversione umana e illuminare, con tanta semplicità e bellezza, l’immensa e insondabile misericordia divina (CCC, 1439).  

Riflessione


Che cosa dice il Signore a Giosuè e al popolo che celebrano la Pasqua nelle steppe di Gerico?

Perché Paolo supplica i cristiani, in nome di Cristo, a lasciarsi riconciliare con Dio?

Che cosa dice il padre all’altro figlio per convincere anche lui a rallegrarsi e far festa?

Preghiamo con la Liturgia della Chiesa 


O Dio, Padre buono e grande nel perdono, accogli  nell’abbraccio del tuo amore tutti i figli che tornano a te con animo pentito; ricoprili delle splendide vesti di salvezza, perché possano gustare la tua gioia nella cena pasquale dell’Agnello”.  

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