26ª Domenica C Tempo Ordinario: chi non ascolta Mosè e i Profeti non crede neanche a chi risorgerà dai morti
26ª Domenica C Tempo Ordinario: chi non ascolta Mosè e i Profeti non crede neanche a chi risorgerà dai morti
Amos denuncia i comportamenti che distruggeranno la Giudea e Samaria: spensieratezza, piaceri, cibi e vini raffinati, orgie e
dissolutezze. Essi hanno già causato deportazione, esilio e schiavitù. Gesù
narra la parabola del povero Lazzaro e del ricco epulone.
Ascoltiamo la Parola di Dio
(Am 6, 1. 4-7): 1Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano
sicuri sulla montagna di Samaria! 4Distesi su letti
d'avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli
cresciuti nella stalla. 5Canterellano al suono dell'arpa, come
Davide improvvisano su strumenti musicali; 6bevono il vino in larghe
coppe e si ungono con gli unguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe
non si preoccupano. 7Perciò ora andranno in esilio in testa ai
deportati e cesserà l'orgia dei dissoluti.
(1Tm 6, 11-16): 11Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece
alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla
mitezza. 12Combatti la buona battaglia della fede, cerca di
raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai
fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni. 13Davanti
a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella
testimonianza davanti a Ponzio Pilato, 14ti ordino di conservare
senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla
manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo, 15che al tempo
stabilito sarà a noi mostrata da Dio, il beato e unico Sovrano, il Re dei re e
Signore dei signori, 16il solo che possiede l'immortalità e abita
una luce inaccessibile: nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.
(Lc 16, 19-31): In
quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19C'era un
uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno
si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla
sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che
cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue
piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto
ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi
fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a
lui. 24Allora gridando disse: "Padre Abramo, abbi pietà di me e
manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua,
perché soffro terribilmente in questa fiamma". 25Ma Abramo
rispose: "Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni,
e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in
mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un
grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì
possono giungere fino a noi". 27E quello replicò: "Allora,
padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho
cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in
questo luogo di tormento". 29Ma Abramo rispose: "Hanno
Mosè e i Profeti; ascoltino loro". 30E lui replicò: "No,
padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno". 31Abramo
rispose: "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche
se uno risorgesse dai morti".
Meditiamo con lo Spirito Santo
Il profeta Amos denuncia i comportamenti spensierati e
gaudenti degli abitanti della Giudea e Samaria che si credono al sicuro.
Vivono
d’ingiustizie, pensano solo ai piaceri, il lusso, musiche, cibi, carni, vini
deliziosi, unguenti raffinati. Non preoccupandosi di nulla preparano la loro
rovina.
Saranno deportati in esilio e schiavitù e l'orgia dei dissoluti finirà.
Ciò avvenne puntalmente.
Nel Vangelo, con la parabola del povero Lazzaro
e del ricco epulone Gesù smentisce la vecchia credenza che ricchezza e benessere
siano sempre segni di giustizia personale e di benevolenza da parte di Dio.
Essi,
infatti, possono essere anche fonte di separazione da Dio e dai fratelli.
Il
ricco epulone, come tutti i gaudenti, non vede il povero che sta alla sua porta,
bisognoso di tutto. Alla sua morte, però, la situazione si capovolge: il ricco è
per sempre nei tormenti e il povero Lazzaro è consolato fra gli angeli, accanto ad Abramo.
Il ricco vorrebbe che Lazzaro andasse
a dire ai propri fratelli di cambiare vita. Abramo risponde che per convertirsi
hanno Mosè e i Profeti e che se non ascoltano loro non crederanno neppure a uno
che risorga dai morti.
Con queste parole Gesù allude a se stesso. La seconda
lettura approfondisce questi aspetti, invitando a essere sempre irreprensibili
nell’osservare i comandamenti del Signore Gesù fino a quando egli si
manifesterà.
Essi sono: giustizia, pietà, fede, speranza, amore, carità,
pazienza, mitezza.
Al tempo stabilito, Dio stesso, Sovrano unico e beato, Re
dei re, Signore dei signori, che è immortale, luce inaccessibile che nessuno ha
mai visto né può vedere, rivelerà l’onore, la potenza e la gloria che spettano
per sempre al suo Figlio, il nostro Signore Gesù Cristo e la beatitudine di quanti lo seguirono.
Riflessione
Che cosa accadrà ai
gaudenti e spensierati di Giudea e Samaria che si credono al sicuro?
Qual è la sorte finale
del ricco epulone e del povero Lazzaro?
Come si combatte la buona battaglia
della fede per raggiungere la vita eterna?