Tempo Ordinario - Venerdì 3ª settimana. S. Giovanni Bosco


Tempo Ordinario - Venerdì 3ª settimana. S. Giovanni Bosco


Come abbiamo ricordato nel commento di ieri, i propositi e le grandi promesse di Davide durarono poco. Oggi la prima lettura ci mostra la serie dei suoi gravissimi peccati. Compì adulterio con la sposa di un suo onesto ufficiale e per nascondere tale peccato lo fece assassinare con l'inganno e la complicità del capo dell'esercito.

Ascoltiamo la Parola di Dio


2Sam 11, 1-4.5-10.13-17:  1All'inizio dell'anno successivo, al tempo in cui i re sono soliti andare in guerra, Davide mandò Ioab con i suoi servitori e con tutto Israele a compiere devastazioni contro gli Ammoniti; posero l'assedio a Rabbà, mentre Davide rimaneva a Gerusalemme. 2Un tardo pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno: la donna era molto bella d'aspetto. 3Davide mandò a informarsi sulla donna. Gli fu detto: "È Betsabea, figlia di Eliàm, moglie di Uria l'Ittita". 4Allora Davide mandò messaggeri a prenderla.  5La donna concepì e mandò ad annunciare a Davide: "Sono incinta". 6Allora Davide mandò a dire a Ioab: "Mandami Uria l'Ittita". Ioab mandò Uria da Davide. 7Arrivato Uria, Davide gli chiese come stessero Ioab e la truppa e come andasse la guerra. 8Poi Davide disse a Uria: "Scendi a casa tua e làvati i piedi". Uria uscì dalla reggia e gli fu mandata dietro una porzione delle vivande del re. 9Ma Uria dormì alla porta della reggia con tutti i servi del suo signore e non scese a casa sua. 10La cosa fu riferita a Davide: "Uria non è sceso a casa sua". 13Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé e lo fece ubriacare; la sera Uria uscì per andarsene a dormire sul suo giaciglio con i servi del suo signore e non scese a casa sua. 14La mattina dopo Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mano di Uria. 15Nella lettera aveva scritto così: "Ponete Uria sul fronte della battaglia più dura; poi ritiratevi da lui perché resti colpito e muoia". 16Allora Ioab, che assediava la città, pose Uria nel luogo dove sapeva che c'erano uomini valorosi. 17Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; caddero parecchi della truppa e dei servi di Davide e perì anche Uria l'Ittita.


Mc 4, 26-34: In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: 26"Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; 27dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. 28Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; 29e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura". 30Diceva: "A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 32ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell'orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra". 33Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.  

Meditiamo con lo Spirito Santo


La prima lettura mostra l’abisso di male in cui sprofondò Davide, nonostante i grandi doni e benefici ricevuti dal Signore. S’invaghì della moglie di Uria, ufficiale onesto e devoto del suo esercito, compì l’adulterio e per nasconderlo fece uccidere il marito della donna. 
Prima chiamò Uria dal campo di battaglia perché si unisse alla moglie e lo fece ubriacare, ma Uria non si unì con la moglie. Davide allora comandò al capo dell’esercito, Joab, di mettere Uria e i suoi soldati nel punto più pericoloso e abbandonarli, perché i Filistei li uccidessero. 
Così avvenne. In un solo evento Davide compì: adulterio, inganni, tradimenti e omicidio.
Nella lettura di domani vedremo come il Signore reagì a tali delitti. 
Il Vangelo mostra Gesù che, con parabole, spiega come avviene la crescita del regno dei cieli. La prima immagine è quella del seme che, gettato nel terreno, germoglia e cresce fino a produrre il frutto maturo. Tutto ciò senza che il contadino sappia come. 
Un’altra immagine è il granello di senapa, il più piccolo di tutti semi, che produce la pianta maggiore di tutte. Le due parabole mostrano che il Regno dei cieli è opera di Dio. 
È il Signore che semina, fa germogliare, fa crescere e dar futto. Non solo, ma egli comincia sempre da inizi modestissimi e deboli, per ottenere risultati molto grandi, che superano la nostra capacià d’immaginazione. 
Entrambe le parabole sono fonte di grande speranza nella potenza d'amore e di grazia del Signore. Inoltre, il confronto con la prima lettura ci ricorda che il regno dei cieli può accogliere anche i più grandi peccatori, perché riconoscano le proprie colpe e si aprano sinceramente al pentimento e all’infinita misericordia di Dio.   

Riflessione


Che cosa ci suggerisce la serie di grandi peccati compiuti dal re David? 

Può succedere che un peccato ci conduca a compierne altri sempre peggiori?

Che cosa suggeriscono alla nostra fede le due parabole sul regno di Dio?  

Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa


O Padre, che nel tuo Figlio ci hai dato la pienezza della tua parola e del tuo dono, fa’ che sentiamo l’urgenza di convertirci a te e di aderire con tutta l’anima al vangelo, perché la nostra vita annunzi ai dubbiosi e ai lontani l’unico Salvatore, Gesù Cristo.

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