Es 16, 19-21 Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino

Pagine scelte di Esodo 16
(Es 16, 19-21) Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino

[19] Poi Mosè disse loro: "Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino". [20] Essi non obbedirono a Mosè e alcuni ne conservarono fino al mattino; ma vi si generarono vermi e imputridì. Mosè si irritò contro di loro. [21] Essi dunque ne raccoglievano ogni mattina secondo quanto ciascuno mangiava; quando il sole cominciava a scaldare, si scioglieva.
(CCC 2837) “Quotidiano”. Questa parola, “épioùsios”, non è usata in nessun altro passo del Nuovo Testamento. Intesa nel suo significato temporale, è una ripresa pedagogica di “oggi” [Es 16,19-21], per confermarci in una confidenza “senza riserve”. Intesa in senso qualitativo, significa il necessario per la vita e, in senso lato, ogni bene sufficiente per il sostentamento [1Tm 6,8]. Presa alla lettera (épioùsios: “sovra-sostanziale”), la parola indica direttamente il Pane di Vita, il Corpo di Cristo, “farmaco d'immortalità” [Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Ephesios, 20, 2] senza il quale non abbiamo in noi la vita [Gv 6,53-56]. Infine, legato al precedente, è evidente il senso celeste: “questo Giorno” è quello del Signore, quello del Banchetto del Regno, anticipato nell'Eucaristia, che è già pregustazione del Regno che viene. Per questo è bene che la liturgia eucaristica sia celebrata “ogni giorno”. “L'Eucaristia è il nostro pane quotidiano […]. La virtù propria di questo nutrimento è quella di produrre l'unità, affinché, resi corpo di Cristo, divenuti sue membra, siamo ciò che riceviamo […], ma anche le letture che ascoltate ogni giorno in chiesa sono pane quotidiano, e l'ascoltare e recitare inni è pane quotidiano. Questi sono i sostegni necessari al nostro pellegrinaggio terreno” [Sant'Agostino, Sermo 57, 7, 7: PL 38, 389-390]. Il Padre del cielo ci esorta a chiedere come bambini del cielo il Pane del cielo [Gv 6,51]. Cristo “egli stesso è il pane che, seminato nella Vergine, lievitato nella carne, impastato nella passione, cotto nel forno del sepolcro, conservato nella chiesa, portato sugli altari, somministra ogni giorno ai fedeli un alimento celeste” [San Pietro Crisologo, Sermo 67, 7: PL 52, 402].

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