Mc 3, 13-21

Mc 3, 13-21

(Caritas in Veritate 6a) «Caritas in veritate» è principio intorno a cui ruota la dottrina sociale della Chiesa, un principio che prende forma operativa in criteri orientativi dell'azione morale. Ne desidero richiamare due in particolare, dettati in special modo dall'impegno per lo sviluppo in una società in via di globalizzazione: la giustizia e il bene comune. La giustizia anzitutto. Ubi societas, ibi ius: ogni società elabora un proprio sistema di giustizia. La carità eccede la giustizia, perché amare è donare, offrire del “mio” all'altro; ma non è mai senza la giustizia, la quale induce a dare all'altro ciò che è “suo”, ciò che gli spetta in ragione del suo essere e del suo operare.

Dottrina Sociale: destinatari – i fedeli laici

(CDS 11c) I fedeli laici, che cercano il Regno dei cieli «trattando e ordinando secondo Dio le cose temporali» [11], vi troveranno luce per il loro specifico impegno.

Note: [11] Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 31: AAS 57 (1965) 37.


(Mc 3, 13-21) L'azione pastorale del Vescovo

[13] Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. [14] Ne costituì Dodici che stessero con lui [15] e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni. [16] Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; [17] poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; [18] e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo [19] e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì. [20] Entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. [21] Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: "È fuori di sé".

(CDS 539) Nella Chiesa particolare, il primo responsabile dell'impegno pastorale di evangelizzazione del sociale è il Vescovo, coadiuvato dai sacerdoti, dai religiosi e dalle religiose, dai fedeli laici. Con particolare riferimento alla realtà locale, il Vescovo ha la responsabilità di promuovere l'insegnamento e la diffusione della dottrina sociale, a cui egli provvede mediante appropriate istituzioni. L'azione pastorale del Vescovo deve trovare attuazione nel ministero dei presbiteri che partecipano alla sua missione di insegnamento, santificazione e guida della comunità cristiana. Con la programmazione di opportuni itinerari formativi, il presbitero deve far conoscere la dottrina sociale e promuovere nei membri della sua comunità la coscienza del diritto e dovere di essere soggetti attivi di tale dottrina. Tramite le celebrazioni sacramentali, in particolare quelle dell'Eucaristia e della Riconciliazione, il sacerdote aiuta a vivere l'impegno sociale come frutto del Mistero salvifico. Egli deve animare l'azione pastorale in ambito sociale, curando con particolare sollecitudine la formazione e l'accompagnamento spirituale dei fedeli impegnati nella vita sociale e politica. Il presbitero che svolge il servizio pastorale nelle varie aggregazioni ecclesiali, specie in quelle di apostolato sociale, ha il compito di favorirne la crescita con il necessario insegnamento della dottrina sociale.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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