Gaudium et spes n. 29 e commento CCC
29. Fondamentale uguaglianza di tutti gli uomini e giustizia sociale.
Non tutti gli uomini sono uguali per capacità fisica, forze intellettuali e morali
[n. 29b] Sicuramente, non tutti gli uomini sono uguali
per la varia capacità fisica e per la diversità delle forze intellettuali e
morali.
(CCC 1936) L'uomo, venendo al mondo, non dispone di tutto
ciò che è necessario allo sviluppo della propria vita, corporale e spirituale.
Ha bisogno degli altri. Si notano differenze legate all'età, alle capacità
fisiche, alle attitudini intellettuali o morali, agli scambi di cui ciascuno ha
potuto beneficiare, alla distribuzione delle ricchezze [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 29]. I “talenti” non
sono distribuiti in misura eguale [Mt 25,14-30; Lc 19,11-27]. (CCC 1937) Tali
differenze rientrano nel piano di Dio, il quale vuole che ciascuno riceva dagli
altri ciò di cui ha bisogno, e che coloro che hanno “talenti” particolari ne
comunichino i benefici a coloro che ne hanno bisogno. Le differenze
incoraggiano e spesso obbligano le persone alla magnanimità, alla benevolenza e
alla condivisione; spingono le culture a mutui arricchimenti: “Io distribuisco
le virtù tanto differentemente, che non do tutto ad ognuno, ma a chi l'una a
chi l'altra. [...] A chi darò principalmente la carità, a chi la giustizia, a
chi l'umiltà, a chi una fede viva. [...] E così ho dato molti doni e grazie di
virtù, spirituali e temporali, con tale diversità, che non tutto ho comunicato
ad una sola persona, affinché voi foste costretti ad usare carità l'uno con
l'altro. [...] Io volli che l'uno avesse bisogno dell'altro e tutti fossero
miei ministri nel dispensare le grazie e i doni da me ricevuti” [Santa Caterina
da Siena, Il dialogo della Divina
provvidenza, 7].