Commento CCC a YouCat Domanda n. 504 + Mercoledì TO 4 sett.
YOUCAT Domanda n. 504 Parte II. Cosa riesce ad ottenere un cristiano con la meditazione?
(Risposta Youcat – ripetizione) Con la Meditazione un
cristiano cerca il silenzio necessario a sperimentare la vicinanza di Dio e la
pace che si prova alla sua presenza; egli spera di sperimentare in maniera
tangibile la sua presenza come un dono di grazia che non si è meritata, che non
è il prodotto di una particolare tecnica di meditazione.
Riflessione e
approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 2707) I metodi di meditazione sono tanti quanti i
maestri spirituali. Un cristiano deve meditare regolarmente, altrimenti
rassomiglia ai tre primi terreni della parabola del seminatore [Mc 4,4-7;
4,15-19]. Ma un metodo non è che una guida; l'importante è avanzare, con lo
Spirito Santo, sull'unica via della preghiera: Cristo Gesù.
Per meditare
(Commento
Youcat) La
Meditazione può essere un aiuto importante per la fede, per il rafforzamento e
la maturazione della persona; ma le tecniche di meditazione che promettono un
contatto con Dio o addirittura l'unione dell'anima con lui sono un imbroglio. A
causa di false promesse di questo tipo molti uomini si convincono di essere
stati abbandonati da Dio, poiché non riescono a "sentirlo"; egli però
non si lascia condizionare da determinati metodi di contemplazione, ma si
concede a noi come e quando egli vuole.
(Commento CCC) (CCC 2708) La meditazione mette in azione il pensiero,
l'immaginazione, e il desiderio. Questa mobilitazione è necessaria per
approfondire le convinzioni di fede, suscitare la conversione del cuore e
rafforzare la volontà di seguire Cristo. La preghiera cristiana di preferenza
si sofferma a meditare “i misteri di Cristo”, come nella lectio divina o nel Rosario. Questa forma di riflessione orante ha
un grande valore, ma la preghiera cristiana deve tendere più lontano: alla
conoscenza d'amore del Signore Gesù, all'unione con lui.
(Continua la domanda: Cosa riesce ad ottenere un cristiano con la meditazione?)
Mercoledì
La prima lettura ricorda un altro grave peccato di Davide:
il censimento del popolo per sapere di quale potenza umana e di quanti soldati
poter disporre. Inoltre, fa ricadere la pena per tale colpa sul suo popolo. Il
Vangelo mostra Gesù che non può compiere miracoli tra i
suoi, perché non credono in lui.
Ascoltiamo la Parola di Dio
2Sam 24, 2.9-17:
In quei giorni, il re Davide 2disse
a Ioab, capo dell'esercito a lui affidato: "Percorri tutte le tribù
d'Israele, da Dan fino a Betsabea, e fate il censimento del popolo, perché io
conosca il numero della popolazione". 9Ioab
consegnò al re il totale del censimento del popolo: c'erano in Israele ottocentomila
uomini abili in grado di maneggiare la spada; in Giuda cinquecentomila. 10Ma
dopo che ebbe contato il popolo, il cuore di Davide gli fece sentire il rimorso
ed egli disse al Signore: "Ho peccato molto per quanto ho fatto; ti prego,
Signore, togli la colpa del tuo servo, poiché io ho commesso una grande
stoltezza". 11Al mattino, quando Davide si alzò, fu rivolta
questa parola del Signore al profeta Gad, veggente di Davide: 12"Va'
a riferire a Davide: Così dice il Signore: "Io ti propongo tre cose:
scegline una e quella ti farò"". 13Gad venne dunque a
Davide, gli riferì questo e disse: "Vuoi che vengano sette anni di
carestia nella tua terra o tre mesi di fuga davanti al nemico che ti insegue o
tre giorni di peste nella tua terra? Ora rifletti e vedi che cosa io debba
riferire a chi mi ha mandato". 14Davide rispose a Gad:
"Sono in grande angustia! Ebbene, cadiamo nelle mani del Signore, perché
la sua misericordia è grande, ma che io non cada nelle mani degli
uomini!". 15Così il Signore mandò la peste in Israele, da
quella mattina fino al tempo fissato; da Dan a Betsabea morirono tra il popolo
settantamila persone. 16E quando l'angelo ebbe stesa la mano su
Gerusalemme per devastarla, il Signore si pentì di quel male e disse all'angelo
devastatore del popolo: "Ora basta! Ritira la mano!". L'angelo del
Signore si trovava presso l'aia di Araunà, il Gebuseo. 17Davide,
vedendo l'angelo che colpiva il popolo, disse al Signore: "Io ho peccato,
io ho agito male; ma queste pecore che hanno fatto? La tua mano venga contro di
me e contro la casa di mio padre!".
Mc 6, 1-6: In quel tempo, Gesù 1venne
nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato,
si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e
dicevano: "Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che
gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non
è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di
Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?". Ed era per
loro motivo di scandalo. 4Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è
disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua". 5E
lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e
li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva
i villaggi d'intorno, insegnando.
Meditiamo con lo Spirito Santo
Il re Davide comandò a Joab, capo del suo esercito di censire il popolo per sapere su
quanti soldati contare. Joab sapendo che ciò era male si oppose, ma dovette
obbedire. Risultarono abili alle armi ottocentomila uomini in Israele e cinquecentomila
in Giuda.
Solo allora David si rese conto della sua grande stoltezza e ne sentì
rimorso. Il profeta Gad gli propose tre pene: carestia per sette anni, o tre
mesi di fuga dai nemici, o tre giorni di pestilenza. Davide pensando solo a risparmiare
se stesso, scelse la peste nel popolo. Il Signore però ebbe compassione e fece
cessare il flagello.
Anche qui, Davide riconobbe solo in ritardo d’aver peccato
lui e non il popolo. Il castigo, quindi, doveva ricadere su di lui. I ripetuti e
gravi peccati di Davide e dei suoi discendenti causarono la rovina della sua casa.
Dio aveva fatto grandi doni a David, che peccò come uomo, re e padre. Il
titolo figlio di David, quindi, storicamente comprensibile, è
inadeguato a esprimere pienamente il mistero di Gesù vero Figlio di Dio. Gesù è
infinitamente più grande. È lui il vero Signore, David fu soltanto un servo. Solo
Gesù è il vero re e l'autentico Messia d’Israele.
Il Vangelo mostra quanto siano sbagliati
l’incredulità e lo scandalo dei cittadini di Nazareth, che credono di sapere
tutto su Gesù e pretendono giudicarlo. Questa loro ingiustificabile superbia ne
causa l’incredulità e costituisce un grave ostacolo alla loro fede.
Gesù pronuncia giustamente la sua famosa frase: “Un profeta non è disprezzato se non nella
sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”.
Sono questo disprezzo e
incredulità a impedire a Gesù di compiere i prodigi che voleva fare per loro.
Per questo poté imporre le mani e guarire soltanto pochi malati. Andò, quindi, negli
altri villaggi dei dintorni per e far del bene a tutti.
Sia
nell’Antico Testamento, che al tempo
di Gesù, e anche ora, l’orgoglio e la superbia costituiscono sempre i maggiori
ostacoli alla fede.
Riflessione
In che cosa consiste l’ultimo peccato commesso dal re David?
Perché censire il popolo e i soldati capaci di combattere fu
un atto di sfiducia nel Signore?
Qual atteggiamento nelle persone ostacola i miracoli di
Gesù?
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
“O Padre, per
la tua benevolenza la creazione continua e sorge il sole sui buoni e sui
cattivi: libera l’uomo dal peccato che lo separa da te e lo divide in se
stesso; fa’ che nell’armonia interiore creata dallo Spirito, diventiamo
operatori di pace e testimoni del tuo amore”.