2ª Dom di Quaresima B: Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!
2ª Dom di Quaresima B: Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!
Domenica scorsa abbiamo meditato sulla prima e seconda
alleanza, strette da Dio, prima con Adamo e poi con Noè. Oggi le letture ci
presentano quella stretta da Dio col patriarca Abramo, dalla quale nacque il
popolo di Dio: Israele. Essa riusci perché Abramo obbedì alla volontà del
Signore.
Ascoltiamo la Parola
Gen 22, 1-2. 9. 10-13.
15-18: In quei giorni 1Dio mise alla prova
Abramo e gli disse: "Abramo!". Rispose: "Eccomi!". 2Riprese:
"Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va' nel territorio
di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò". 9Così
arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare,
collocò la legna. 10Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per
immolare suo figlio. 11Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e
gli disse: "Abramo, Abramo!". Rispose: "Eccomi!". 12L'angelo
disse: "Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so
che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito". 13Allora
Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un
cespuglio. Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto invece del
figlio. 15L'angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la
seconda volta 16e disse: "Giuro per me stesso, oracolo del
Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo
unigenito, 17io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa
la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido
del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. 18Si
diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu
hai obbedito alla mia voce".
Rm 8, 31-34:
Fratelli, 31se Dio è per noi, chi sarà contro
di noi? 32Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha
consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? 33Chi
muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! 34Chi
condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede
per noi!
Mc 9, 2-10: In
quel tempo 2Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e
Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu
trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti,
bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E
apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la
parola, Pietro disse a Gesù: "Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo
tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia". 6Non
sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una
nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: "Questi è
il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!". 8E improvvisamente,
guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. 9Mentre
scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano
visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. 10Ed
essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai
morti.
Meditiamo con l’aiuto dello Spirito Santo
Dio donò ad Abramo, ormai vecchio, il figlio Isacco, tanto
atteso e desiderato. La prima lettura di oggi ci ricorda che Dio gli chiese di
sacrificargli Isacco il suo unigenito. In realtà, il Signore non voleva il
suo sacrificio, ma verificare l’obbedienza e la fedeltà del patriarca.
Abramo
accettò la terribile prova, per la sua fede senza esitazioni. Dio perciò lo
premiò, colmando di benedizioni lui e Isacco e promettendogli una discendenza
numerosa come le stelle del cielo e la
sabbia del mare. Soprattutto promise ad Abramo che, per la sua fede e obbedienza:
“saranno benedette nella tua discendenza
tutte le nazioni della terra”.
Nella Lettera
ai Romani, S. Paolo commenta mirabilmente questo episodio, sottolineando
che Dio non volle che Abramo gli sacrificasse il proprio figlio unigenito,
Isacco. Invece, Dio Padre, per nostro amore, non risparmiò
il proprio Figlio Unigenito, Gesù Cristo, ma lo consegnò alla terribile morte
di croce, perché potessimo essere salvati.
Per questa infinita generosità
divina, Paolo si chiede ammirato: Dio “non ci donerà forse ogni cosa insieme a
lui?”. Aggiunge quindi, poiché Cristo Gesù è morto, è risorto, sta alla destra
del Padre e intercede per noi, chi potrà muovere accuse contro coloro che Dio
ha scelto? Inoltre, Se Dio ci giustifica, chi ci potrà condannare?
Nel Vangelo,
la trasfigurazione di Gesù, manifesta l’infinito amore della Santissima Trinità
per noi. La trasfigurazione, infatti è una manifestazione delle tre persone
divine, o “Teofania Trinitaria”, oltre a quella del battesimo di Gesù.
Questa è ancora più solenne poiché
presenta due testimoni eccezionali: Mosè, testimone della Legge, ed Elia,
testimone dei profeti.
Lo Spirito Santo si presenta non più in forma di
colomba, ma di nube, segno della divinità che “copre” i discepoli con la sua
ombra, e dalla quale risuona la voce del Padre. Egli, come al battesimo,
conferma: "Questi è il Figlio mio, l'amato”. Aggiunge poi il forte invito:
“ascoltatelo!”.
Al termine dell’evento Gesù ordina ai discepoli di non raccontare ciò che avevano visto, fino a che fosse risorto dai morti. Essi tacquero, ma si chiedevano fra loro che volesse dire “risorgere dai morti”.
Al termine dell’evento Gesù ordina ai discepoli di non raccontare ciò che avevano visto, fino a che fosse risorto dai morti. Essi tacquero, ma si chiedevano fra loro che volesse dire “risorgere dai morti”.
Riflessione
Perché Gesù fu trasfigurato davanti ai
suoi discepoli?
Che cosa rappresentano Elia e Mosè che
conversano con Gesù nella sua trasfigurazione?
Di chi è e che cosa dice la voce uscita
dalla nube?
Preghiamo con la Liturgia della Chiesa
“O Dio, Padre buono,
che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito, ma lo hai dato per noi
peccatori; rafforzaci nell’obbedienza della fede, perché seguiamo in tutto le
sue orme e siamo con lui trasfigurati nella luce della tua gloria”.