Giovedì 25ª settimana
Giovedì 25ª settimana
Il Qoèlet
considera vanità tutto ciò che non risolve i problemi essenziali della persona umana
e soggiace alla caducità. Il Vangelo mostra la curiosità malvagia e superficiale
di Erode verso Gesù.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Qo 1, 2-11: 2Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle
vanità: tutto è vanità. 3Quale guadagno viene all'uomo per tutta la
fatica con cui si affanna sotto il sole? 4Una generazione se ne va e
un'altra arriva, ma la terra resta sempre la stessa. 5Il sole sorge,
il sole tramonta e si affretta a tornare là dove rinasce. 6Il vento
va verso sud e piega verso nord. Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento.7Tutti
i fiumi scorrono verso il mare, eppure il mare non è mai pieno: al luogo dove i
fiumi scorrono, continuano a scorrere. 8Tutte le parole si
esauriscono e nessuno è in grado di esprimersi a fondo. Non si sazia l'occhio
di guardare né l'orecchio è mai sazio di udire. 9Quel che è stato
sarà e quel che si è fatto si rifarà; non c'è niente di nuovo sotto il sole. 10C'è
forse qualcosa di cui si possa dire: "Ecco, questa è una novità"?
Proprio questa è già avvenuta nei secoli
che ci hanno preceduto. 11Nessun ricordo resta degli antichi, ma
neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso quelli che verranno
in seguito.
Lc 9, 7-9: In quel
tempo, 7il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi
avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano:
"Giovanni è risorto dai morti", 8altri: "È apparso
Elia", e altri ancora: "È risorto uno degli antichi profeti". 9Ma
Erode diceva: "Giovanni, l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui,
del quale sento dire queste cose?". E cercava di vederlo.
Meditiamo con lo Spirito Santo
“Vanità”
nel libro Qoèlet
significa incapacità, caducità e inutilità di una cosa a soddisfare le essenziali
necessità umane. Piaceri, potenza, ricchezze sono vanità perché non fermano il dileguarsi
del tempo, la morte, le sofferenze del corpo e le angosce dello spirito.
Non salvano
dai mali che affliggono l’umanità.
Solo con Gesù
Cristo questa situazione fu mutata. La sua incarnazione morte e
risurrezione hanno risolto tutte le difficoltà oltre ogni attesa. Con lui viviamo
per risorgere, “le cose vecchie son
passate e ne sono nate di nuove”.
Credendo in lui siamo “una creatura nuova (2Cor 5,17)” e sappiamo che “Dio
ha preparato per quelli che lo amano … quello
che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrò in cuore d’uomo (1Cor 2,9).
Il Vangelo mostra il re
Erode, crudele e brutale, che guarda Gesù con sguardo superficiale, superstizioso
e sospettoso, per cui non capisce nulla.
Gesù, il Figlio di Dio, va guardato solo con
fede e amore per “vedere” in lui il
Salvatore e il Redentore dell’umanità.
Quanti lo cercano per curiosità o altro devono
pentirsi e convertirsi, ascoltando e vivendo secondo le sue parole (Lc 11, 28). Solo facendo così possono
sperare di vederlo e riconoscerlo.
Riflessione
Che cosa significa la frase del Qoèlet:
vanità delle vanità, tutto è vanità?
Perché gli sguardi curiosi,
superficiali, superstiziosi e sospettosi non vedono Gesù?
Qual è la sola via e l’unico modo per
poter vedere e riconoscere Dio nel Signore Gesù?
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
“O Padre, che hai risuscitato il
tuo Figlio e in lui hai voluto finalmente sconfitta la morte, aiutaci a vivere
nel tempo la sua stessa vita nello Spirito, e a vedere tutte le cose nella
radiosa luce della sua risurrezione”.