Santa Famiglia - Dom. dopo Natale: Sua madre custodiva queste cose nel suo cuore
Santa Famiglia - Dom. dopo Natale: Sua madre custodiva queste cose nel suo cuore
Oggi la Scrittura
e la liturgia ci ricordano che la Santa Famiglia è fondata sull’amore di Dio,
perché ogni famiglia cristiana possa essere lo specchio vivente di questo
mistero di fede e di amore e sappia testimoniarlo fedelmente a tutto il mondo.
Ascoltiamo la Parola di Dio
(1Sam 1,20-22.24-28): 20Al finir dell'anno Anna
concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele, "perché - diceva - al
Signore l'ho richiesto". 21Quando poi Elkanà andò con tutta la
famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo
voto, 22Anna non andò, perché disse al marito: "Non verrò,
finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del
Signore; poi resterà là per sempre". 24Dopo averlo
svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un'efa di farina e un
otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un
fanciullo. 25Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli 26e
lei disse: "Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono
quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. 27Per
questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho
richiesto. 28Anch'io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i
giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore". E si prostrarono
là davanti al Signore.
(1Gv 3,1-2.21-24): Carissimi 1vedete quale grande amore ci ha
dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per
questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. 2Carissimi,
noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora
rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili
a lui, perché lo vedremo così come egli è. 21Carissimi, se il
nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, 22e
qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi
comandamenti e facciamo quello che gli è gradito. 23Questo è il suo
comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli
uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. 24Chi osserva i
suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli
rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
(Lc 2,41-52): 41I genitori di Gesù si recavano ogni anno a
Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando
egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. 43Ma, trascorsi i giorni,
mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme,
senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendo
che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a
cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non
avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo
trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li
interrogava. 47E tutti
quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue
risposte. 48Al vederlo
restarono stupiti, e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto
questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". 49Ed egli rispose loro:
"Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del
Padre mio?". 50Ma
essi non compresero ciò che aveva detto loro. 51Scese dunque con loro e
venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose
nel suo cuore. 52E Gesù
cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Meditiamo con l’aiuto dello Spirito Santo
La prima lettura presenta Sara, sterile, che aveva chiesto
lungamente al Signore di donarle un figlio. Dio l’ha esaudita e, ora che il
bimbo è svezzato, lo porta al tempio di Silo, per donarlo per tutta la vita al Signore.
Maternità e vita sono
veramente grandi doni del Signore, per cui Sara, riconoscente, spiega al
sacerdote Eli, che offre a Dio per sempre, il figlio che le ha donato.
Entrambi si prostrano davanti al Signore e gli offrono un sacrificio di
ringraziamento.
La seconda lettura ci ricorda che siamo realmente figli di Dio. Il Padre ci
ha fatto veramente suoi Figli per opera del suo Figlio Unigenito Gesù Cristo.
Siamo, quindi, la sua famiglia, fondata sul suo amore.
La Scrittura e la
liturgia ce lo ricordano perché ogni famiglia sia, nel mondo, specchio vivente
di questo mistero di fede e di amore e lo testimoni fedelmente a tutti.
Il Vangelo
descrive Maria e Giuseppe che, insieme a Gesù dodicenne, compiono il
pellegrinaggio di Pasqua al Tempio di Gerusalemme.
In quel tempo, gli uomini e
le donne procedevano di giorno in due colonne separate mentre di notte si
riunivano per sicurezza e protezione. I figli fino ai quattordici anni potevano
unirsi al gruppo degli uomini o delle donne. Maria e Giuseppe, quindi, si
accorsero che Gesù non c’era, solo al termine del primo giorno di cammino.
Nel
secondo giorno tornarono a Gerusalemme e nel terzo trovano Gesù nel tempio,
ove ascoltava e interrogava i maestri della Legge.
La madre lo rimprovera
dolcemente, ma Gesù rivendica il suo dovere verso Dio Padre, e la sua libertà, sorprendendo i
genitori. Essi non compresero la risposta del Figlio ma ne presentirono il
mistero.
Maria conservava tutto meditandolo nel suo cuore e pregando con
umiltà, fede e amore. Essa lo comprese pienamente ai piedi della croce, nella luce
della Risurrezione pasquale e nella Pentecoste alla fiamma dello Spirito Santo.
Conservando e meditando nella preghiera, con fede e amore, i misteri del suo
Figlio divino, insegna anche a noi la via per comprenderli.
Riflessione
Perché e come
siamo fin d'ora figli di Dio e saremo simili a lui?
Qual è il comandamento o precetto che il Signore Gesù ci ha
dato?
Che cosa significa la risposta di Gesù a Maria sua madre e
S. Giuseppe che lo cercavano?
Preghiamo con la Liturgia della Chiesa
“O Dio, nostro Padre, che nella santa Famiglia ci hai
dato un vero modello di vita, fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano le
stesse virtù e lo stsso amore, perché, riuniti insieme nella tua casa, possiamo
godere la gioia senza fine”.