2ª Domenica di Pasqua: Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto
2ª Domenica di Pasqua: Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto
La prima lettura mostra malati, poveri ed emarginati pieani
di speranza verso la sola “ombra” di Pietro. Sono i primi destinatari dell’annuncio.
Nel Vangelo Gesù accoglie il suo discepolo fragile ed esitante nella fede e lo
porta alla pienezza del: “Mio Signore e
mio Dio”.
Ascoltiamo la Parola
(At 5, 12-16): 12Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli
apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; 13nessuno
degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. 14Sempre
più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e
di donne, 15tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze,
ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua
ombra coprisse qualcuno di loro. 16Anche la folla delle città vicine
a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti
impuri, e tutti venivano guariti.
(Ap 1, 9-11. 12-13.
17-19): 9Io, Giovanni, vostro fratello e
compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo
nell'isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di
Gesù. 10Fui preso dallo Spirito nel giorno del
Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: 11"Quello che vedi, scrivilo in un libro e
mandalo alle sette Chiese. 12Mi voltai per vedere la voce che
parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d'oro 13e, in
mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d'uomo, con un abito lungo fino ai
piedi e cinto al petto con una fascia d'oro. 17Appena lo vidi, caddi
ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse:
"Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo, 18e il Vivente. Ero
morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. 19Scrivi
dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in
seguito.
(Gv 20, 19-31): 19La sera di quel giorno, il primo della settimana,
mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore
dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: "Pace a voi!". 20Detto
questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il
Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre
ha mandato me, anche io mando voi". 22Detto questo, soffiò e
disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui
perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non
saranno perdonati". 24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo,
non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri
discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se
non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno
dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo". 26Otto
giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso.
Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: "Pace a voi!". 27Poi
disse a Tommaso: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua
mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!". 28Gli
rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". 29Gesù gli
disse: "Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno
visto e hanno creduto!". 30Gesù, in presenza dei suoi
discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma
questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di
Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Meditiamo con l’aiuto dello Spirito Santo
La prima lettura mostra i primi destinatari dell’annuncio della
Risurrerzione, una folla crescente di malati, poveri ed emarginati, che l’accolgono
con fede, sperando di essere guariti e salvati se “toccati dall’ombra” di Pietro.
Il Vangelo affronta le difficoltà e le
oscurità del cuore, di fronte al grande mistero della Risurrezione.
Tommaso rappresenta
quanti affrontano i problemi della fede, con crisi, dubbi e incertezze. Gesù
accoglie con amore paziente il suo discepolo fragile, esitante e dubbioso, concedendogli
quanto chiede.
Poiché è il Buon Pastore, sa come la fede sia sovente un
percorso faticoso, difficile e lacerante, davanti all’immensità dell’annuncio:
“Abbiamo visto il Signore”. Perciò lo
fa giungere alla fede e al riconoscimento convinto: “Mio Signore e mio Dio”.
Questo punto di arrivo alla fede diventa un
nuovo punto di partenza, per cui Gesù proclama “beati” quelli che credono e crederanno senza aver visto.
Giovanni
conclude ricordando che Gesù fece una moltitudine di segni
e miracoli molto maggiore di quelli scritti nel vangelo. Quelli che vi sono scritti
servono perché tutti, anche senza averlo visto, credano che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, il Salvatore e vivano nel
suo nome.
La seconda lettura, dall’Apocalisse,
presenta la testimonianza di Giovanni, condannato ai lavori forzati nelle
miniere di Patmos e confortato dallo Spirito Santo. Gesù gli appare con i segni
gloriosi della sua regalità divina.
Egli è il Primo e l’Ultimo, il Vivente, il
padrone della morte e degli inferi, che lo incarica di
scrivere in un libro, da inviare a tutte le Chiese, le
cose che ha visto e quelle che accadranno.
La
Pasqua rivela che Gesù Cristo è: Vincitore della morte e delle tenebre e Signore
incontrastato della vita eterna.
Credere in lui significa entrare nel suo
splendido orizzonte e cammino di: speranza, pace, luce e gloria.
Riflessione
Perché le folle portano agli Apostoli persone
malate o tormentate da spiriti impuri?
Chi è il Primo e Ultimo, il Vivente per sempre, apparso a Giovanni in Patmos?
Perché Gesù proclama “beati quelli che non hanno visto e hanno
creduto”?
Preghiamo con la Liturgia della Chiesa
“O Padre, che nel
giorno del Signore raduni il tuo popolo per celebrare Colui che è il Primo e
l’Ultimo, il Vivente che ha sconfitto la morte, donaci la forza del tuo
Spirito, perché, spezzati i vincoli del male, ti rendiamo il libero servizio
della nostra obbedienza e del nostro amore, per regnare con Cristo nella gloria”.