1ª Domenica d’Avvento, Anno A: Risveglia in noi uno spirito vigilante


Avvento
Durante l’Avvento, la Chiesa presenta i misteri dell’attesa e della venuta del Signore, per preparare tutti a ricevere le grazie e i doni che Dio elargisce nelle celebrazioni solenni del Natale del suo Figlio Gesù Cristo
Le quattro settimane d’Avvento meditano i molti aspetti di quest’attesa e venuta. 
Nella I Domenica il Vangelo presenta il Signore che viene alla fine dei tempi. 
Nella II e III Domenica i vangeli presentano Giovanni Battista, la sua persona e la sua missione profetica di Precursore di Cristo. 
Nella ullo Quello IV Domenica il vangelo descrive i fatti immediati che precedono la nascita di Gesù. 
Le letture dell’Antico Testamento presentano le profezie sul Messia e sui caratteri del tempo messianico. Sono tratte dai vari profeti e soprattutto dal libro d’Isaia. 
Le letture del Nuovo Testamento offrono esortazioni e annunci sulle due fasi d’Avvento
La prima fase invita a rivolgere lo sguardo alla prima venuta del Signore, nell’umiltà della natura umana. 
La seconda fase sottolinea la sua seconda venuta, o ritorno, nello splendore della sua gloria, per il Giudizio Finale, nel quale introdurrà tutti i giusti nel possesso definitivo del suo Regno, nella Risurrezione, e nella gloria e beatitudine eterna
L’Avvento accosta, infatti, inizio e fine, prima venuta nella grazia del Natale e seconda venuta nella gloria del ritorno e del giudizio finale
Numerose immagini bibliche aiutano a contemplare e gustare le due venute. La Chiesa, tuttavia, ricorda anche le continue venute e presenze invisibili del Signore, in ogni giorno e ogni ora della nostra vita. 
Gesù visita sempre il suo popolo: nella fede, nella grazia e nei sacramenti. 
Il mistero dell’Avvento ci ricorda che la venuta del Signore Gesù non riguarda solo quanti erano presenti alla sua prima venuta nel mondo. Egli dona la grazia di tale venuta a tutti gli uomini di tutti i tempi. Essa perdura sempre ed è offerta a noi tutti perché costruiamo la nostra vita sull’amore del Figlio e l’obbedienza al Padre.     

1ª Domenica d’Avvento, Anno A: Risveglia in noi uno spirito vigilante


L’orazione iniziale della Messa c’introduce al suo significato con queste parole: “O Dio, Padre misericordioso, che per riunire i popoli nel tuo regno hai inviato il tuo Figlio unigenito, maestro di verità e fonte di riconciliazione, risveglia in noi uno spirito vigilante, perché camminiamo sulle tue vie di libertà e di amore fino a contemplarti nell’eterna gloria.  

Ascoltiamo la Parola di Dio     


(Isaia 2, 1-5) 1Messaggio che Isaia, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme.2Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s'innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti.3Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore.4Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra nazione, non impareranno più l'arte della guerra.5Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore”.

(Rm 13,11-14) “11è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. 12La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. 13Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. 14Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri”.

(Mt 24, 37-44) “37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata. 42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo”.

Meditiamo con lo Spirito Santo


L’invito iniziale: “risveglia in noi uno  spirito vigilante, perché camminiamo sulle tue vie di libertà e di amore” viene dal Signore, che ci esorta a vegliare e vigilare, perché in un giorno e un’ora a noi sconosciuti avverrà la sua venuta finale. 
L’esempio severo di cui si serve, il diluvio universale ai tempi di Noè, è impressionante, se confrontato ai modi dolci e festosi con i quali è narrata la nascita del bambino Gesù nella grotta di Betlemme. 
La drammatica immagine del diluvio, con la sua grandezza, invita a contemplare il mistero della venuta di Cristo. Mistero che inizia nella povertà e umiltà di Betlemme, per concludersi, alla fine, nella gloriosa potenza del Signore Risorto, che giudica i vivi e i morti, come preghiamo nel “Credo”. 
Il compito dell’Avvento è di prepararci alla prima venuta del Signore nell’umiltà della sua natura umana e al suo finale ritorno glorioso. Nel mistero dell’Incarnazione le due venute sono strettamente connesse. 
La parola d’Isaia e quella del Signore accostano il tempo finale e quello imminente del Natale, per prepararci a viverli rivestendo le virtù e gli esempi del Signore Gesù, camminando nella sua luce, superando le attrattive terrene, i desideri mondani e i richiami della carne
Così inteso, il Natale costituisce sempre una meta radiosa e un cammino impegnativo verso i beni eterni e l’ingresso definitivo nel Regno dei cieli
Vegliare e vigilare, quindi sono il modo migliore di attendere le venute e le visite di Cristo, non solo a Natale e alla fine dei tempi, ma in ogni giorno. 
La visione d’Isaia del Tempio di Gerusalemme, monte del Signore da cui vengono la Legge, la Parola di Dio e la pace messianica, nutrì per secoli le speranze e le attese dell’antico popolo di Dio. 
Nel Nuovo Testamento, il Tempio rimane soltanto una suggestiva immagine materiale e terrena del vero Regno dei cieli, regno di giustizia, di santità e pace di Cristo. 
In tutta la Scrittura, la pace divina è sempre dono e frutto del Regno di Dio. Le splendide visioni profetiche non si realizzarono mai in modi terreni visibili, poiché erano solo immagini e racconti idealizzati delle opere reali compiute pienamente dal Signore Gesù Cristo e dal suo Santo Spirito nella loro venuta fra noi. 
Entrambi, mediante la Chiesa, operano nel mondo prodigi di giustizia, santità, amore, perdono, riconciliazione e salvezza offerti a tutti. 
La Lettera ai Romani le definisce: “luce del giorno che disperde le tenebre della notte” o semplicemente: “opere della luce”. Esse sono: amare Dio, amare il prossimo, pregare, perdonare, servire, riconciliarsi, condividere. 
Il pieno giorno è la vita eterna che ci è stata donata, con la quale sconfiggiamo le opere delle tenebre: gozzoviglie, ubriachezze, impurità, contese, gelosie, invidie ecc. 
Guardare la luce del Natale significa guardare in alto, dove è e da dove viene il Signore, il Dio della pace, che porta doni generosi di salvezza, di amore e ogni vero bene. 
Attendere il Natale è aprirsi alla luce e alla gioia senza fine che conducono alla beatitudine e alla gloria. 
Anche i nomi del Signore, in lingua ebraica esprimono le più affascinanti promesse. Emmanuel significa: Dio è e sarà sempre Dio con noi. Gesù significa: Dio salva, Dio è salvezza.

Riflessione


Che significa che tutte le genti affluiranno al monte del tempio del Signore?

Ce vuol dire: indossiamo le armi della luce?

Come sarà la venuta del Figlio dell'uomo?

Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa 


O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria a possedere il Regno dei Cieli.

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