Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe: Sarà chiamato Nazareno
La Santa Famiglia vive una vita all’apparenza molto comune. Ma
proprio in tale semplicità essa offre a tutte le famiglie le virtù della vita
familiare da imitare quale modello. Lo indicano bene le letture bibliche e le orazioni
liturgiche di questa celebrazione eucaristica.
Ascoltiamo la Parola di Dio
(Sir 3, 2-6. 12-14):
“ 2Il Signore ha
glorificato il padre al di sopra dei figli e ha stabilito il diritto della
madre sulla prole. 3Chi onora il padre espia i peccati e li eviterà e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita. 4Chi onora sua madre è come chi accumula tesori. 5Chi
onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua
preghiera. 6Chi glorifica il padre vivrà a lungo, chi obbedisce al
Signore darà consolazione alla madre. 12Figlio, soccorri tuo padre
nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. 13Sii
indulgente, anche se perde il senno, e non disprezzarlo, mentre tu sei nel
pieno vigore. 14L'opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa”.
(Col 3, 12-21): “Fratelli,
12Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi
dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di
magnanimità, 13sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli
altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il
Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. 14Ma sopra tutte
queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. 15E
la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati
in un solo corpo. E rendete grazie! 16La parola di Cristo abiti tra
voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda
con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri
cuori. 17E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto
avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio
Padre. 18Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel
Signore. 19Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con
durezza. 20Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito
al Signore. 21Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non
si scoraggino”.
(Mt 2, 13-15. 19-23):
“13I Magi erano appena partiti, quando un
angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati,
prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti
avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo". 14Egli
si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove
rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal
Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato mio figlio.
19Morto Erode, ecco, un
angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli
disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va' nella terra
d'Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il
bambino". 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò
nella terra d'Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea
regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito
poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad
abitare in una città chiamata Nazareth, perché si compisse ciò che era stato
detto per mezzo dei profeti: “Sarà
chiamato Nazareno”.
Meditiamo con l’aiuto dello Spirito Santo
Nella domenica che segue il Natale, la Chiesa celebra la festa
della Santa Famiglia. Le due prime
letture bibliche descrivono le virtù della vita familiare. La prima, tratta dal
Siracide, libro sapienziale dell’Antico Testamento, presenta i
comportamenti che i figli devono tenere nei confronti dei genitori.
Ai figli
giovani indica i doveri dell’obbedienza, del rispetto e dell’amore. Ai figli
adulti, indica i doveri verso i genitori anziani e/o infermi. Essi consistono, oltre all’amore e al rispetto,
anche nel soccorso, l’assistenza, gli aiuti, le attenzioni e la pazienza.
Il
verbo più usato dal Siracide, è “onorare”. È lo stesso verbo che il
Signore usò nel Decalogo, i dieci
comandamenti della sua Legge. Esso esprime atteggiamenti come: amore, aiuto
concreto, rispetto e assistenza, per i quali il Signore promise le sue
benedizioni.
La seconda lettura, tratta dal Nuovo
Testamento, è la lettera di S. Paolo ai
Colossesi (3, 12-21). Essa raccomanda i migliori atteggiamenti e sentimenti che devono improntare la vita familiare: tenerezza,
bontà, umiltà, mansuetudine, magnanimità, sopportazione reciproca, perdono,
riconoscenza, riconciliazione e gratitudine.
S. Paolo raccomanda di fare tutto
ciò nel nome del Signore.
Nel Vangelo
di Matteo vediamo che anche la Santa Famiglia
di Gesù fu costretta a subire le tragiche condizioni dei profughi di tutti i
tempi e di tutti i luoghi, proprio come avviene anche oggi.
Molti, infatti,
sono costretti ad: abbandonare le proprie case; vederle distrutte; perdere il proprio
lavoro; separarsi da parenti e amici; essere strappati dagli affetti più cari;
abbandonare i propri contesti normali e abituali di vita; essere privati di tutte
le cose più essenziali; essere costretti a fuggire di nascosto e di notte.
Ricordiamo
anche l’ansia di sfuggire a quanti vorrebbero ucciderci e il dover vivere sempre
sotto l’incubo delle persecuzioni, della repressione e del terrore.
Gesù, Maria
e Giuseppe subirono e condivisero con noi tutto questo. Un angelo, inviato a
Giuseppe nel sonno, lo fa fuggire in piena notte, in Egitto portando il
Bambino Gesù, che Erode vuole uccidere, e sua Madre Maria.
Morto Erode, l’angelo
lo invitò a ritornare. Anche il ritorno però è tragico, perché Archelao,
figlio e successore di Erode, è altrettanto crudele e malvagio. Di nuovo un angelo
suggerisce a Giuseppe di rifugiarsi in Galilea a Nazareth, villaggio che divenne il luogo in cui visse a lungo il Figlio di Dio, chiamato perciò “Nazareno”.
Liturgia e letture presentano
la Santa Famiglia di Nazareth come modello di umiltà, semplicità
e ogni altra virtù della vita domestica.
Oggi è essenziale ricordare tutto ciò,
perché la famiglia è sottoposta a dure sfide e pesanti attacchi in molte parti
del mondo. Il segreto della santità della famiglia di Nazareth sta nell’obbedire
in tutto al Padre celeste.
Giuseppe gli
obbedisce salvando Gesù e Maria dapprima in Egitto, poi in Galilea. Maria e
Giuseppe obbediscono al Padre presentando Gesù al Tempio e accompagnandolo a
Gerusalemme per le feste ebraiche.
Gesù obbedisce in tutto ai suoi genitori
terreni, pur ricordando loro il suo dovere di occuparsi delle cose del Padre Celeste.
Nella Lettera ai Colossesi troviamo anche numerosi
altri valori, atteggiamenti e sentimenti propri di ogni famiglia cristiana
autentica: pace, gioia, tenerezza, bontà, umiltà, mansuetudine.
Ad essi vanno
aggiunti anche: sopportazione, perdono e riconciliazione. Il vertice di tutto è
l’amore, o carità perfetta.
Il segreto di tutto è, come per Maria, conservare
sempre ogni Parola di Dio nel proprio cuore, meditarla e viverla.
Vissuti insieme,
grazia, fede e amore, consentono di compiere tutto nel nome del Signore. In
tutte le famiglie, la carità o amore divino è il vincolo di perfezione che
aiuta a rassomigliare sempre più alla Santa
Famiglia di Nazareth.
Riflessione
Che cosa promette il Signore a chi
onora il proprio padre e la propria madre?
Quali sono i sentimenti e gli
atteggiamenti che devono sempre abitare in noi?
Perché l’Angelo del Signore dice a
Giuseppe di fuggire in Egitto col bambino e sua madre?
Preghiamo con la Liturgia della Chiesa
“O Dio, nostro Padre, che nella Santa Famiglia ci hai dato un vero
modello di vita, fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo
stesso amore, perché riuniti insieme nella tua casa, possiamo godere la gioia
senza fine”.