1 Cor 16, 1-4 Colletta in favore dei fratelli

Capitolo 16°
(1 Cor 16, 1-4) Colletta in favore dei fratelli

[1] Quanto poi alla colletta in favore dei fratelli, fate anche voi come ho ordinato alle Chiese della Galazia. [2] Ogni primo giorno della settimana ciascuno metta da parte ciò che gli è riuscito di risparmiare, perché non si facciano le collette proprio quando verrò io. [3] Quando poi giungerò, manderò con una mia lettera quelli che voi avrete scelto per portare il dono della vostra liberalità a Gerusalemme. [4] E se converrà che vada anch'io, essi partiranno con me. (CCC 751) La parola “Chiesa” [“ekklesìa”, dal greco “ek-kalein”, chiamare fuori] significa “convocazione”. Designa assemblee del popolo [At 19,39], generalmente di carattere religioso. È il termine frequentemente usato nell'Antico Testamento greco per indicare l'assemblea del popolo eletto riunita davanti a Dio, soprattutto l'assemblea del Sinai, dove Israele ricevette la Legge e fu costituito da Dio come suo popolo santo [Es 19]. Definendosi “Chiesa”, la prima comunità di coloro che credevano in Cristo si riconosce erede di quell'assemblea. In essa, Dio “convocail suo Popolo da tutti i confini della terra. Il termine “Kyriaké”, da cui sono derivati “Church”, “Kirche”, significa “colei che appartiene al Signore”. (CCC 752) Nel linguaggio cristiano, il termine “Chiesa” designa l'assemblea liturgica, [1Cor 11,18; 14,19.28.34-35] ma anche la comunità locale [1Cor 1,2; 16,1] o tutta la comunità universale dei credenti [1Cor 15,9; Gal 1,13; Fil 3,6]. Di fatto questi tre significati sono inseparabili. La “Chiesaè il popolo che Dio raduna nel mondo intero. Essa esiste nelle comunità locali e si realizza come assemblea liturgica, soprattutto eucaristica. Essa vive della Parola e del Corpo di Cristo, divenendo così essa stessa Corpo di Cristo. (CCC 1351) Fin dai primi tempi, i cristiani, insieme con il pane e con il vino per l'Eucarestia, presentano i loro doni perché siano condivisi con coloro che si trovano in necessità. Questa consuetudine della colletta [1Cor 16,1], sempre attuale, trae ispirazione dall'esempio di Cristo che si è fatto povero per arricchire noi [2Cor 8,9]: “I facoltosi e quelli che lo desiderano, danno liberamente ciascuno quello che vuole, e ciò che si raccoglie viene depositato presso il preposto. Questi soccorre gli orfani, le vedove, e chi è indigente per malattia o per qualche altra causa; e i carcerati e gli stranieri che si trovano presso di noi: insomma, si prende cura di chiunque sia nel bisogno [San Giustino, Apologia, 1, 67: PG, 6, 429].

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